Salute. “Contagio suicida”: cos’è l’effetto Werther?

Salute. “Contagio suicida”: cos’è l’effetto Werther?
Salute. “Contagio suicida”: cos’è l’effetto Werther?
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Secondo quanto riferito, il suicidio di Marilyn Monroe è stato seguito da un aumento del 12% nel tasso di suicidi negli Stati Uniti nel mese successivo alla sua morte. Come quello dell’attore Robin Williams… gli esempi sono numerosi. Può un suicidio portare ad altri?

Eloise Bajou : In effeti. Una copertura mediatica inappropriata del suicidio delle celebrità può avere un impatto significativo sul numero di suicidi nella popolazione generale. Questo è l’effetto Werther.

La copertura mediatica del suicidio ha ricevuto una notevole attenzione da parte della ricerca sulla prevenzione del suicidio negli ultimi cinquant’anni. Pertanto, le ultime meta-analisi e una revisione della letteratura hanno rivelato che la segnalazione da parte dei media dei suicidi delle celebrità era associata a un aumento del 13% dei suicidi nei due mesi successivi alla copertura mediatica.

Quando è stato segnalato il metodo di suicidio utilizzato dalla celebrità, si è verificato un aumento del 30% dei decessi dovuti allo stesso metodo. La menzione del mezzo letale resta l’elemento con più “effetto Werther” o “effetto contagio suicida”.

Alcune persone sono più a rischio?

Il modo in cui il suicidio viene trattato dai media può indurre un effetto di imitazione e riproduzione del gesto suicida tra le persone vulnerabili. Questo fenomeno – è un’ipotesi scaturita dalla clinica – riguarderebbe soprattutto individui in crisi suicidaria che entrano in contatto con contenuti (scritti, video) poco attenti.

La ricerca ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a fornire raccomandazioni ai giornalisti per evitare questo effetto Werther. Ma i tributi delle personalità trarrebbero grande beneficio dall’essere ispirati da esso.

L’applicazione di queste raccomandazioni consente non solo di fornire informazioni affidabili – contenuti imprecisi o distorti in termini clinici spesso trasmettono pregiudizi, aggravando così i rischi – ma anche di veicolare risorse rilevanti per le persone vulnerabili e di migliorare la conoscenza pubblica delle patologie psichiatriche e del sistema sanitario.

Tra un giovane cantante e un artista di 88 anni, le popolazioni vulnerabili sono in definitiva molto distinte?

Il meccanismo sottostante è quello dell’identificazione. Le persone si identificano con la persona deceduta secondo due meccanismi: l’identificazione verticale, che riguarda le celebrità a cui aspiriamo ad assomigliare, e l’identificazione orizzontale, che riguarda i coetanei, le persone che ci somigliano.

Questa fragilità è particolarmente marcata durante l’adolescenza. Ad esempio, il suicidio di un YouTuber della sua stessa fascia d’età o di un cantante può avere un impatto significativo. D’altro canto, il suicidio di un artista di 88 anni porta a una minore identificazione. Resta però l’effetto di identificazione verticale per chi ammira le sue opere.

Non bisogna dimenticare che gli over 75 rappresentano la popolazione più a rischio suicidio: 33,3/100mila abitanti contro 15,4 per i 25-54enni e 18,1 per i 55-74enni. Ciò avviene per diversi motivi, tra cui il tabù che circonda il suicidio e il fatto che la sofferenza psicologica degli anziani viene spesso minimizzata e banalizzata.

Cosa tacere, cosa dire e come, negli articoli, nei tributi pubblici, ecc.? ?

Prima di tutto, non aver paura di parlare di suicidio. Più a lungo persiste il tabù, più il mito si radica.

Occorre, appunto, evitare le modalità di funzionamento e tutto ciò che possa far pensare ad una fatalità o ad una romanticizzazione del gesto suicidario. Ad esempio, se un individuo ha perso recentemente la moglie, ciò potrebbe causare grande sofferenza, ma questa sofferenza potrebbe avere un esito diverso dal suicidio.

Spesso però leggiamo sui principali quotidiani nazionali e nei tweet di personalità tributi che sembrano romanticizzare o collegare inevitabilmente questi eventi al suicidio. Ovviamente non possiamo negare il contesto, ma è essenziale non romanticizzare l’atto, lasciando intendere che questa situazione sia desiderabile.

Ciò che va evitato a tutti i costi è la banalizzazione, la romanticizzazione, l’attribuzione di un’unica causalità e la descrizione del modus operandi. Le parole hanno un peso.”

Quali sono gli altri meccanismi di contagio suicidario?

Oltre alla trattazione mediatica del suicidio, esistono altri meccanismi di contagio, come gli hotspot (luoghi pubblici, elementi naturali, edifici come ponti, ecc.), individuati dalla popolazione come luoghi in cui la letalità è significativa. Un terzo tipo di meccanismo di contagio riguarda i suicidi in piccoli gruppi o comunità, come quelli ampiamente pubblicizzati presso France Telecom, la polizia, gli ospedali e le imprese.

È a tutti questi meccanismi che si interessa Papageno, un programma di ricerca-azione sostenuto dalla federazione di ricerca in psichiatria dell’Hauts-de-France e ospitato dall’Ospedale universitario di Lille. È finanziato dalla Direzione Generale della Sanità (DGS) e da alcune Agenzie sanitarie regionali (ARS).

Se hai pensieri suicidi, chiama il 31 14.

Per saperne di più, il sito del programma Papageno: qui.

Come scegliere le parole giuste, un linguaggio responsabile per parlare di una persona conosciuta, di un amico, di un parente che ha posto fine alla propria vita.

Fonte : Secondo l’intervista a Éloïse Bajou, del programma istituzionale Papageno; Phillips, DP (1974). L’influenza della suggestione sul suicidio: implicazioni sostanziali e teoriche dell’effetto Werther. American Sociological Review, 39(3), 340–354. https://doi.org/10.2307/2094294; Niederkrotenthaler T, Braun M, Pirkis J, Till B, Stack S, Sinyor M, Tran US, Voracek M, Cheng Q, Arendt F, Scherr S, Yip PSF, Spittal MJ. Associazione tra segnalazione di suicidio nei media e suicidio: revisione sistematica e meta-analisi. BMJ. 2020 marzo 18;368:m575. doi:10.1136/bmj.m575. PMID: 32188637; ID PMC: PMC7190013; Dati epidemiologici sulle morti per suicidio in Francia nel 2017 Grégoire Rey (Inserm-CépiDc).

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