Sedie musicali – L’Orient-Le Jour

Sedie musicali – L’Orient-Le Jour
Sedie musicali – L’Orient-Le Jour
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Inutile dire che a Landernau l’atmosfera diventa ogni giorno più vivace. Mentre Bibi Exterminator si lava sempre più rosso, bussando indiscriminatamente tra uomini barbuti pelosi e pinze glabre, i capri espiatori locali di Teheran si agitano come una colonia di scarafaggi e cominciano a covare, a volte piani di vendetta, a volte sogni di cessazione del fuoco, senza dubbio credendoci negozieranno con il re dei Belgi. Hassan Nasrallah è morto, ma i suoi metodi stanno ancora cambiando!

E poiché da questo lato non c’è molto da guadagnare, almeno finché l’attuale sponsor legislativo continua a volare di vittoria in vittoria nonostante la sconfitta militare sul campo, si ricorre regolarmente a un altro sonaglio ridicolo: le elezioni presidenziali.

Sempre pronto a avventarsi su qualunque cosa passi vicino al suo desiderio, il buon vecchio Basileus fu il primo a correre da Istiz Nabeuh nella sua conigliera ad Aïn el-Tiné, alla ricerca di un posto dove provvedere a Baabda, dove si vide già paracadutato. Ora che il suo interlocutore è orfano del suo ex scudiero barbuto, il leader del Partito degli Agrumi ritiene opportuno prendersi gioco della comunità sciita, che, secondo lui, rischia un massacro immediato se non opta per il suo salutare ombrello. Il che non gli impedirà di riprendere i suoi salti da capra nel caso in cui il suo rivale Franju dovesse confermare l’intenzione di mettere il suo disco sul trono presidenziale.

Il quale Franju, dopo un silenzio attonito seguito all’evaporazione gassosa dei suoi padrini in turbante, fa nuovamente piccole apparizioni mediatiche, un po’ come la Venere di Botticelli che emerge nuda dalle acque. La sua inarrestabile argomentazione a sostegno della lotta contro gli ebrei invasori può essere riassunta in cinque parole: “Questi bastardi hanno ucciso Gesù! » Ha quasi aggiunto che sono stati gli iraniani a resuscitarlo, ma probabilmente questo avrebbe fatto discutere troppo…

Un altro ritorno occasionale: Meerab’s Unfeathered. Lui, nonostante la sua coorte di deputati indistruttibili anche in un caravanserraglio, non riesce ancora a costituire un allevamento industriale di geageaolatri pronti a tagliargli le vene per la sua tonsura. La sua esperienza fallita nel 2016 con il Mongenerale Orangina apparentemente non gli è bastata, ha pensato per un attimo di infliggercene un’altra aprendo una timida breccia nei confronti dei barbudopitechi. Fallito! Poi ha voltato pagina e ha proposto elezioni presidenziali senza gli sciiti. Mancato anche questo! Potrebbe aver scontato del tempo in prigione e poi fare un atto di pentimento, ma l’alchimia non funziona. Lavoro sporco…

Infine, a cosa servirebbe una nuova prostata per sei anni al Castello? Le prossime elezioni presidenziali somigliano sempre più a un gioco di sedie musicali: ci sono più paia di glutei che sedie, ma la musica rimane la stessa. Probabilmente bisognerà aspettare ancora un po’ per conoscere l’esito di questo atteggiamento autunnale. Probabilmente è giunto il momento che il riscaldamento globale abbia finito di cuocere i banchi di ghiaccio e gli ultimi cubetti di ghiaccio della calotta glaciale.

È un peccato che Cul-i sia intraducibile in arabo.

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Inutile dire che a Landernau l’atmosfera diventa ogni giorno più vivace. Mentre Bibi Exterminator si lava sempre più rosso, bussando indiscriminatamente tra uomini barbuti pelosi e pinze glabre, i capri espiatori locali di Teheran si agitano come una colonia di scarafaggi e cominciano a covare, a volte piani di vendetta, a volte sogni di cessazione dell’incendio, senza dubbio credendoci. ..

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