“Chi guarda l’opera è l’artista”

“Chi guarda l’opera è l’artista”
“Chi guarda l’opera è l’artista”
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Attualmente espone l’artista visivo ginevrino John Armleder. Ritratto di un grande nome dell’arte contemporanea di fama internazionale.

Conosciuto da ogni amante dell’arte, John Armleder è spesso considerato una leggenda vivente. Un’etichetta di cui dice di “non rendersi conto” e dubita addirittura di questa cosiddetta reputazione: “La maggior parte delle persone non riesce a pronunciare il mio nome, quindi forse non è così”, scherza l’artista.

Questo giovedì 7 novembre segna l’inaugurazione della mostra “Soubresauts” presso le gallerie Olivier Varenne e Lovay. Le Genevois è ancora esposto anche al Museo Barbier Mueller con la mostra Trasparenze.

Esiste una ricetta di John Armleder per il successo? “No”, risponde il principale interessato, sottolineando che se c’è un segreto è quello di “restare in vita”. Se la sua nuova mostra dell’artista visivo è simile a una grande biografia artistica, John Armleder resta convinto che il successo delle sue creazioni sia dovuto ai fruitori. “L’artista è colui che guarda l’opera”, interpreta l’artista visivo.

John Armleder, “libertà totale”

Prima di diventare un artista, John Armleder andò in prigione. Il suo rifiuto di prestare il servizio militare gli valse sette mesi di prigione di Saint-Antoine. Un’esperienza “fondamentale” che ha forgiato il carattere. Il ribelle nell’animo crede di appartenere ad una generazione libera perché, secondo lui, la Seconda Guerra Mondiale “ha cancellato un certo numero di cose”. Un percorso unico, disseminato di casualità e altri colpi di scena. Oggi la casualità è parte integrante dei suoi dipinti.

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