L’OPINIONE DEL “MONDO” – DA VEDERE
Dopo gli attentati del 13 novembre 2015, rivendicati dallo Stato islamico, alcuni documentari svolgono la funzione di controllo delle libertà pubbliche e dello Stato di diritto in Francia. L’epoca (2019), di Matthieu Bareyre, ha intervistato i giovani arrabbiati a Parigi e nelle periferie. Un anno dopo, nel Un Paese che si comporta saggiamente (2020), l’informatore David Dufresne si è concentrato sulla violenza della polizia, basandosi in particolare su immagini inedite girate durante le manifestazioni (quelle dei “gilet gialli”, tra le altre).
Leggi l’intervista a David Dufresne (nel 2020): Articolo riservato ai nostri abbonati “La macchina fotografica è l’arma degli indifesi”
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Il ritirodi Joseph Paris, amplia questo angolo di vista, concentrandosi sul cambiamento della sicurezza legislativa e sul clima di islamofobia. Il regista e videografo si pone questa domanda: come diverse misure eccezionali, che inizialmente miravano a combattere il terrorismo (come lo stato di emergenza decretato il 13 novembre 2015, prorogato più volte fino a novembre 2017), abbiano causato il petrolio e aperto la strada al legislazione sulla sicurezza, in spregio alle libertà pubbliche. Citiamo la legge che facilita l’uso delle armi da fuoco per gli agenti di polizia (legge del 28 febbraio 2017 sulla sicurezza nazionale), che ha, a dir poco, disinibito la professione; o quella del 24 agosto 2021 che rafforza il rispetto dei principi della Repubblica, nota anche come legge sul “separatismo”. Questo testo avrebbe potuto essere utilizzato per fare pressione sulle associazioni che assumessero uno sguardo critico o difendessero la disobbedienza civile.
Estetica del cine-tratto
In Il ritiroJoseph Paris, autore di Guerra nuda (2014), sulla lotta delle Femen, confronta gli archivi (discorsi politici, ecc.) con le parole di intellettuali, vittime della violenza della polizia o di perquisizioni abusive. L’estetica del regista a volte manca di sottigliezza, ma l’analisi, che va indietro nel tempo, fino ai primi anni ’80, quando la sinistra era al potere, è potente. L’avvocato Mireille Delmas-Marty (1941-2022) mostra come il susseguirsi degli stati di emergenza mina lo Stato di diritto francese. Intervengono anche la ricercatrice di scienze politiche del CNRS Vanessa Codaccioni, lo storico Thomas Deltombe, autore di Islam immaginario. La costruzione mediatica dell’islamofobia in Francia, 1975-2005 (La Découverte, 2005), ecc.
L’attivista per le libertà civili Yasser Louati interpreta il ruolo di testimone in questo film manifesto. Joseph Paris ha seguito il portavoce del Collettivo contro l’islamofobia in Francia, molto presente sui media all’indomani degli attentati del 13 novembre. A volte confrontarsi con discorsi disinibiti. Il ritiro rivede l’intervista rilasciata a Yasser Louati sul canale americano CNN il giorno dopo gli attentati: l’attivista si è visto convocato dai due conduttori John Vause e Isha Sesay per rispondere delle possibili responsabilità della comunità musulmana… Perché no? non denunciare più le stragi perpetrate? “Se sei nel campo francese, perché nessuno nella tua comunità ha avvertito cosa stava succedendo? »John Vause ha osato ancora. Tante domande inappropriate Il mondo e altri media hanno notato all’epoca.
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