Il Festival di Cannes 2024 premia i nuovi artisti

Il Festival di Cannes 2024 premia i nuovi artisti
Il Festival di Cannes 2024 premia i nuovi artisti
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Ci siamo chiesti se la giuria, presieduta da un giovane regista e composta da attori protagonisti di una nuova generazione (Omar Sy, Pierfrancesco Favino, Eva Green, Lily Gladstone), avrebbe avuto il coraggio di premiare artisti non ancora riconosciuti ma che hanno dato un po’ di sollievo per un concorso che ha proiettato molti film che non avevano molto da offrire senza offrire un vero shock cinematografico. Non siamo rimasti delusi: consegnando la Palma d’Oro a Sean Baker Anoramette in luce il talento di un autore americano con una breve filmografia (Mandarino, Il Progetto Florida) che compone un cinema d’autore realistico e profondamente umano.

Greta Gerwig ha salutato un “ film magnifico, pieno di umanità e speranza, che ci ha spezzato il cuore », ed è vero che in mezzo a lungometraggi che hanno (troppo) spesso privilegiato gli effetti visivi piuttosto che gli slanci del cuore, il destino di una giovane prostituta che diventa la fidanzata esclusiva di un giovane oligarca russo ricchissimo provoca grande emozioni. C’è un po’ dei fratelli Coen in questa versione disincantata di Bella donna la cui eroina non vuole cedere alla violenza degli uomini che comprano il suo corpo ma ai quali non vende la sua anima.

Il Gran Premio premia una giovane regista indiana, Payal Kapadia, 38 anni, che sta muovendo i suoi primi grandi passi a livello internazionale con Tutto ciò che immaginiamo come luce, i ritratti incrociati di due coinquiline di Mumbai, che desiderano essere libere e indipendenti. Se il ritmo è contemplativo, la storia è toccante e trasgressiva, con scene d’amore e di nudo che non vediamo nel cinema tradizionale di Bollywood. È anche una regista dall’universo promettente che ha ricevuto il Premio della Sceneggiatura: Coralie Fargeat, 48 anni, ha impressionato molto con La sostanza, la storia di una star in via di estinzione (la sorprendente Demi Moore) che, dopo essere stata espulsa da uno show televisivo perché troppo vecchia, decide di iniettarsi uno strano prodotto per creare una versione più giovane di se stessa. Come Julia Ducournau, Palma d’Oro tre anni fa per Titanio, la francese offre il meglio dell’horror con questa mise en abyme estremamente creativa nell’immagine e nella messa in scena. E chi avrebbe meritato una ricompensa più degna delle sue qualità…

Sono esclusi dalla lista i registi della vecchia guardia, Francis Ford Coppola, Paolo Sorrentino e David Cronenberg, che hanno presentato film noiosi e non più realmente in linea con la realtà del nostro tempo! Non includiamo in questa lista Jacques Audiard, 72 anni, veterano del festival con diversi film in concorso, alcuni dei quali premiati: uno dei talenti più dotati del cinema francese ha sempre saputo reinventarsi per proporre opere che sono tanto diversi quanto sorprendenti. Con Emilia Perez, il suo quarto premio a Cannes e il suo primo Premio della Giuria, firma un thriller musicale tanto visivamente magistrale quanto meravigliosamente interpretato dalla sua banda di attrici, guidata da Karla Sofía Gascon, Zoe Saldana e Selena Gomez. Che ben meritano il premio collettivo di interpretazione.

Ci siamo chiesti se la giuria avrà il coraggio di premiare gli artisti non ancora riconosciuti

Le donne, davanti e dietro la telecamera, spesso maltrattate ma sempre combattive, sono al centro di un’edizione che denuncia la violenza di cui sono vittime ovunque. Senza attivismo, solo perché ne vale la pena. Anche i conflitti geopolitici hanno avuto un ruolo principale nel grande film di Cannes. Ma come può Nadine Labaki addurre come unica giustificazione per l’assegnazione del Premio Speciale della Giuria a Mohammad Rasoul la denuncia del regime del terrore in Iran? In “ esilio volontario » in Germania dopo una condanna a otto anni di carcere, l’autore di Semi del fico selvatico avrebbe meritato una Palma d’Oro per questo film che commuove tanto per la potenza e l’intelligenza della sua messa in scena quanto per il dramma vissuto dagli iraniani presi in ostaggio dalla dittatura.

Il resto dopo questo annuncio

Poiché non riceviamo i film allo stesso modo e quindi li giudichiamo in modo diverso, potrebbe sorprenderci il Premio della Regia assegnato al portoghese Miguel Gomez per gran Touraudace ma noioso, del Male Actor Prize a Jesse Plemmons, attore americano talentuoso ma in un’opera fallita (Tipi di gentilezza di Yorgos Lanthimos), mentre gli interpreti di L’apprendista, di Ali Abbasi, sugli esordi di Donald Trump, impressionato. Ma Cannes non sarebbe Cannes se tutti fossero felici…

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