scopri i vincitori del Festival di Cannes 2024 – Libération

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Al termine della cerimonia di chiusura del 77esimo Festival di Cannes, la giuria presieduta da Greta Gerwig ha dedicato il film dell’americano. L’indiano Payal Kapadia se ne va con il primo premio e l’iraniano Mohammad Rasoulof con un premio speciale della giuria.

Greta Gerwig e la sua giuria hanno visto i 22 film in concorso e immaginiamo che, come noi, abbiano attraversato tutte le sfumature che vanno dal sostegno totale al rifiuto più categorico. Solo che, ovviamente, si tratta di coordinare le impressioni e di trovare la giusta lunghezza d’onda per arrivare ad un palmares che colpisca gli animi e soprattutto, come l’anno scorso con Anatomia di una caduta di Justine Triet, assegna un film e un regista per almeno un anno di curriculum con lode internazionale. Quest’anno i fortunati vincitori sono:

Palma d’Oro

Anora di Sean Baker

Sean Baker trasforma l’eccesso. Pieno di energia e portato avanti dal formidabile Mikey Madison, il film del regista americano su una giovane prostituta che cerca di sfuggire alla sua condizione attraverso un matrimonio fortunato. Leggi la nostra recensione

gran Premio

Tutto ciò che immaginiamo come luce di Payal Kapadia

E la luce splende. Prima indiana selezionata in concorso, la cineasta ci stupisce con il suo primo lungometraggio di finzione magnifico e generoso su un trio di donne le cui strade si incrociano e si intrecciano. Leggi la nostra recensione

Premio della Giuria

Emilia Perez di Jacques Audiard

La canzone è lenta. Con scene ipervolontarie, il regista francese esagera in questa improbabile commedia musicale, dove un trafficante di droga messicano pentito cambia sesso. Leggi la nostra recensione

Premio alla regia

gran Tour di Miguel Gomes

Coloni irritanti. Sulle orme di una donna abbandonata che rintraccia il suo promesso funzionario pubblico in tutta l’Asia all’inizio del XX secolo, l’epopea ibrida del regista portoghese è un triste fallimento. Leggi la nostra recensione

Premio speciale della giuria

Semi di fico selvatico di Mohammad Rasoulof

Favola, vita, libertà. Metafora della situazione nel suo Paese, il film del cineasta iraniano, ora in esilio, suscita la paranoia di una famiglia nel corso del movimento di protesta e mescola la violenza delle immagini documentaristiche con la finzione. Leggi la nostra recensione E la sua intervista

Premio attore femminile

Collettivo per Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz in Emilia Perez di Jacques Audiard

Premio attore maschile

Jesse Plemons per Tipi di gentilezza di Yorgos Lanthimos

Chelou, ci sei? Perseverando in provocazioni vane e sempre più gratuite, il cineasta esplora le vicissitudini del mondo attraverso tre ritratti di psicopatici, senza mai interessarci al destino dei suoi personaggi. Leggi la nostra recensione E il suo ritratto

Premio per la sceneggiatura

La sostanza di Coralie Fargeat

Invecchiare o morire. La regista francese si diverte con una commedia shock e cruenta sull’invecchiamento del corpo femminile, con Demi Moore protagonista del ritorno, che cerca di ritrovare la sua giovinezza grazie a un siero dagli effetti collaterali mostruosi. Leggi la nostra recensione

Macchina fotografica dorata

Armand di Halfdan Ullmann Tondel

Menzione Speciale della Camera d’Oro

Bastardo di Chiang Wei Liang

Siamo pieni di dolore. Nonostante la sua singolarità, il film di Chiang Wei Liang, giovane regista taiwanese, su un lavoratore migrante sfruttato spinge un po’ oltre il suo pessimismo e la sua durezza. Leggi la nostra recensione

Palma d’Oro per il cortometraggio

L’uomo che non sapeva restare in silenzio di Nebojsa Slijepčević

Palma strana

Tre chilometri alla fine del mondo di Emanuele Parvu

Nella Romania profonda, omofobia al chilo. E nella sontuosa cornice del delta del Danubio Tre chilometri alla fine del mondo, Emanuel Parvu racconta, a volte in modo troppo vivido, il rifiuto da parte di un intero villaggio di un ragazzino sorpreso a baciarne un altro. Leggi la nostra recensione

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