la selezione musicale da “World Africa” #203

la selezione musicale da “World Africa” #203
la selezione musicale da “World Africa” #203
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Ogni venerdì, Il mondo africano presenta tre nuove uscite musicali ispirate o provenienti dal continente. Questa settimana, vai in Mali con i nuovi album del cantante Djely Tapa, del gruppo Songhoy Blues e del musicista Pédro Kouyaté.

“Ndö”, il Djely Uccidi

Nella regione di Kayes (ovest), da cui proviene Sountougoumba Diarra alias “Djely Tapa”, i bambini di strada, che il più delle volte mendicano per il beneficio delle scuole coraniche, sono chiamati “alimoudo”, un termine il cui diminutivo è “ndo”. È anche il titolo di un pezzo tratto da Dankoroba, il secondo album del cantante maliano residente in Canada, uscito all’inizio di ottobre. Proveniente da una grande stirpe di griot – sua madre era la famosa cantante Kandia Kouyaté – l’artista traccia con successo il proprio percorso nella musica mandinka, che incrocia con il blues e l’elettronica e che adorna con abiti afrofemministi e afrofuturisti. Recentemente ha anche recitato nel titolo insieme al produttore canadese Poirier Rotazione.

“Issa”, da Songhoy Blues

Originari del nord del Mali – regione dalla quale furono cacciati dai jihadisti – i membri dei Songhoy Blues irruppero sulla scena di Bamako circa dieci anni fa, dove la loro musica veniva definita “Timbuktu punk”. Dopo due album in cui hanno confrontato il blues del deserto con la ruvida energia del rock, si preparano a pubblicare il loro terzo lavoro, Eredità, prevista per metà gennaio. Sono già stati rivelati due titoli, in cui abbandonano i riff di chitarra elettrica per avvicinarsi ad una tradizione Songhai più pacifica. Sulla canzone Issa (che significa “fiume”), rendono omaggio al fiume Niger, “fonte di vita” di cui si fanno portavoce, chiedendone la preservazione.

“Ostetrica”, da Pedro Kouyaté

“Come gli egiziani che suonavano nei templi, è una spiritualità ancestrale che voglio ritrovare qui”, dice Pédro Kouyaté riguardo al suo nuovo album, Seguente, che uscirà l’8 novembre. Per fare questo, l’artista 47enne dalla voce sorda, nato a Bamako ma residente in Francia, si è circondato di strumenti tradizionali della musica mandinka come il calabash o il kamele ngoni, ma anche di grandi nomi della scena esagonale artisti come il cantante Arthur H, il batterista Manu Katché o il rapper Oxmo Puccino. Sulla canzone Ostetrica, primo estratto disponibile, si è rivolto anche al trombettista svizzero Erik Truffaz per un’incantevole inno alle donne con sfumature jazz e blues.

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Fabien Mollon

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