una grande mousse di Coppola e un “Uccello” che diventa crema – Libération

una grande mousse di Coppola e un “Uccello” che diventa crema – Libération
una grande mousse di Coppola e un “Uccello” che diventa crema – Libération
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Oggi entriamo nella parte dura della competizione, i nostri critici hanno il primo colpo di calore e cadono sul primo osso, Judith Godrèche inventa un cartello di rally #MeToo e la drag queen Paloma sputa su “Bambi”.

Recensioni, ritratti, interviste… Seguite giorno dopo giorno tutte le notizie del Festival di Cannes con gli inviati speciali di “Libération”.

Spinto dalla proiezione Imax dell’autoproduzione da 120 milioni di dollari dell’ottuagenario autore di Padrino (1, 2, 3) e qualche altro film non male, il debriefing nel parcheggio delle navette del Cineum Cannes si è trasformato in una gara a indovinelli sul miglior titolo di Libe per circondare il mostro. Pezzi selezionati: “Tutti odiano Megalopoli”, “Roma stupida”, “Colosseo sospetto”, “Mousse au Coppola”. Avremo capito che la tendenza non è esattamente verso l’eccitazione ma siamo anche molto lontani dall’indifferenza. Senza tirare fuori la vecchia sega del “grande film malato”, ci siamo sbattuti in faccia tanti concetti e ragionamenti (cercando di restare educati) e si è parlato addirittura di scrivere l’articolo in latino. In attesa della revisione causa embargo:

Ci piace molto

“Bird” di Andrea Arnold, l’uccello è il suo genio. Tre volte vincitore della giuria a Cannes, il regista britannico ha creato un film commovente che tocca da vicino i corpi degli adolescenti e mette piede nel mondo fantastico. La nostra recensione di questa meraviglia del concorso

“A sua immagine” di Thierry de Peretti, in carne ed ossa e in Corsica. In un film dalla luminosa malinconia presentato alla Quinzaine des filmmakers, Thierry de Peretti ritrae un giovane fotoreporter la cui vita è troppo stretta, interpretato da Clara-Maria Laredo. La nostra recensione

Amiamo

Roberto Minervini, questi “dannati”. Il primo lungometraggio storico del regista segue da vicino le peregrinazioni di un gruppo di soldati dell’Unione nel 1862 nei paesaggi del Montana. Un film bello e grezzo che va contro le mitologie fondatrici dell’America. La nostra recensione

Pietà !

“La giovane donna con l’ago” di Magnus von Horn, orrore dell’ago. Lo svedese continua con trasgressioni gratuite e attacca sadicamente la sua attrice, mentre lo spettatore esasperato si chiede come questa atrocità sia finita in competizione. La prima grande delusione della nostra critica cannense

Ritratto del giorno

Hernán Rosselli, scommettere a tutti i costi. Incontro all’insegna della barriera linguistica con il cineasta argentino, che ha trasformato le registrazioni fatte in casa di un amico in un intimo film di gangster. Storie di famiglia sulla spiaggia dalla Quinzaine des cineasti E la nostra recensione di “Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di preso in prestito”

Vivere

Con Saint Laurent Productions l’alta moda investe nel cinema. A poco più di un anno dall’avvio della produzione, la maison, già partner del Festival di Cannes, si ritrova a coprodurre tre film in concorso, quelli di David Cronenberg, Jacques Audiard e Paolo Sorrentino. Un mix di generi che preoccupa alcuni professionisti del settore. Il marketing del futuro?

Sul red carpet, un messaggio silenzioso… Mercoledì 15 maggio, mentre Judith Godrèche, attrice e regista è venuta a presentare il suo cortometraggio Anche io, ha calcato il tappeto rosso del Festival di Cannes, lei e il suo team, ma anche Rokhaya Diallo, hanno messo le mani davanti alla bocca, simbolo del silenzio imposto alle vittime di violenza sessuale. Un gesto carico di significato, mentre l’attrice 52enne è diventata una figura di spicco del movimento #MeToo nel cinema francese dopo la sua denuncia contro i registi Benoît Jacquot e Jacques Doillon per “stupro di minore di 15 anni da parte di persona autorizzata”, depositato a febbraio. Judith Godrèche afferma di aver ricevuto da allora diverse migliaia di testimonianze di vittime di violenza sessuale tramite una casella di posta elettronica creata a questo scopo, alla quale afferma di aver voluto onorare e “restituire un volto”. L’omaggio di Judith Godrèche alle vittime di violenza sessuale

…e una felice ricomparsa. L’attrice belga ha calcato i gradini del Festival di Cannes martedì 14 maggio, un mese dopo aver annunciato la sua completa remissione dal raro cancro di cui soffriva. Sul set di C a te, ha accennato ad un ritorno “simbolico per [elle]» ed è scoppiato in lacrime guardando le immagini del suo premio di recitazione nel 1999. In remissione da un cancro raro, Emilie Dequenne torna al Festival di Cannes

Croisette braccata

Hugo Bardin, alias Paloma. Qual è il tuo primo ricordo di Cannes? Chi è il mostro del film o lo psicopatico a cui ti senti vicino? Adesso è l’apocalisse, cosa facciamo? Tutte le risposte, e molto altro, dalla drag queen, vincitrice della prima stagione di “Drag Race France” e membro della giuria di Queer Palm 2024

E domani ?

Per il giorno 4 (mi sembrava 18), non meno di tre (3) film competizione ufficiale : Tre chilometri alla fine del mondo di Emmanuel Parvu (Romania), Tipi di gentilezza di Yorgos Lanthimos e quello che stiamo aspettandoOh Canada! dal veterano Paul Schrader, piuttosto ispirato nei suoi ultimi anni, con la sua trilogia di film opere post-postmoderne che esplorano la figura del ragazzo tutto solo – completamente silenzioso – tornato da tutto (Ethan Hawke in Primo riformato, Oscar Isaac dentro Il contatore delle carte e Joel Edgerton dentro Maestro Giardiniere). Qui Richard Gere e Jacob Elordi interpretano il ruolo dello stesso documentarista che detta la sua volontà di regista e, perché no, forse è giunto il momento.

Al La Quinzaine dei Cineasti, Gli Iperborei di Cristóbal León e Joaquín Cociña, un film cileno che mescola animazione e live action, su un dandy nazista e latinoamericano, sembra quanto di più bolañesco possa essere.

E al Settimana critica, il mare in lontananza di Saïd Hamich Benlarbi, che si dice sia ambientato nelle discoteche marsigliesi degli anni ’90, è motivo di invidia.

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