“Particelle della notte”: a Beaubourg, i sogni che si muovono di Apichatpong Weerasethakul

“Particelle della notte”: a Beaubourg, i sogni che si muovono di Apichatpong Weerasethakul
“Particelle della notte”: a Beaubourg, i sogni che si muovono di Apichatpong Weerasethakul
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Conosciamo Apichatpong Weerasethakul per il suo cinema magico e meditativo che gli è valso la Palma d’Oro a Cannes nel 2010 per Zio Boonmeee lo rese uno dei registi più radicali del suo tempo. Sappiamo meno delle sue opere video, che espone in giro per il mondo a partire dagli anni 2000.

Confrontando la sua filmografia (otto lungometraggi e una trentina di cortometraggi) e, nella mostra “Particules de nuit”, una selezione di opere video recenti, il Festival d’Automne e il Centre Pompidou presentano un lavoro multiformato, che attraversa persistenti motivi, figure migranti.

Di fronte al Centro Pompidou e alle sue sale di proiezione, in un laboratorio Brancusi trasformato in camera oscura, le piccole opere cinematografiche (da uno a venti minuti) offrono, come un negativo di lungometraggi, il loro lato intimo e non narrativo. Tra il filmato amatoriale e il video-diario, queste immagini avvolte nel mistero o immerse nella chiarezza sottolineano alcuni dei motivi cari all’artista, come ossessioni inebrianti suscitate dall’estremità della telecamera.

Immagini dalle proteste tailandesi del 2020

Haiku mostra i bambini del villaggio di Nabua, dove ha girato diversi film, colti da un sonno scarlatto. Per Bruce rende omaggio al regista sperimentale americano Bruce Baillie sovrapponendo immagini scintillanti di riflessi sull’acqua. Proiettato sul muro, il Videodiariche riunisce immagini di manifestazioni tailandesi del 2020, soldati a riposo o il padre in dialisi del regista, appaiono come un laboratorio di finzione.

Lì troviamo i suoi attori preferiti: Jenjira Pongpas, Sakda Kaewbuadee e Tilda Swinton, apparsi di recente nella galassia Weerasethakul. Più avanti nel viaggio, due opere più sostanziali trascinano queste immagini contemplative verso una costruzione immaginaria. Dormiente e asincrono è una bellissima meditazione sul sonno e sui sogni, accompagnata da una magnifica colonna sonora originale di Ryuichi Sakamoto. Ancora più costruito, Solarium proietta, su entrambi i lati di un pannello di vetro, variazioni sulla vista e sulla cecità, un’estrapolazione inquietante, persino terrificante, del potere di vedere.

L’evento dedicato a Weerasethakul si completa con Conversazione con il soleuna performance immersiva nella realtà virtuale. Dietro la sperimentazione tecnologica, l’opera si rivela come una fase estremamente compiuta dell’opera stessa. Ancora una volta, immagini di manifestanti o attori addormentati – un’enfasi strana e toccante sul sonno, come se fosse la conclusione definitiva di ogni storia.

Quindi, lo spettatore che indossa le cuffie viene portato in una fantasticheria cosmica di immagini virtuali al suono del pianoforte di Sakamoto. Questo incrocio è penetrante perché mostra un movimento raro: quello di un’opera che emula e si moltiplica, un’opera quadrata che fa apparire ovunque le stesse immagini, ma sempre diverse. L’indipendenza in cui Apichatpong Weerasethakul continua a lavorare produce così questo risultato paradossale, dove l’estrema solitudine porta ad una maggiore sensibilità verso il mondo.

“Apichatpong Weerasethakul: luci e ombre”, al Centre Pompidou, a Parigi, nell’ambito del Festival d’Autunno. Retrospettiva fino al 9 novembre e mostra fino al 6 gennaio 2025.

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