L’intelligenza artificiale “legge” il cervello per ricreare immagini

L’intelligenza artificiale “legge” il cervello per ricreare immagini
L’intelligenza artificiale “legge” il cervello per ricreare immagini
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(Parigi) Una montagna scura che sovrasta pianure rosse, che circonda una strana sagoma blu: un trio di artisti francesi ha presentato all’AFP un’immagine generata dall’intelligenza artificiale a partire dall’attività cerebrale di uno di loro. “Una prima volta”, secondo il collettivo.


Inserito alle 12:01

Kilian FICHOU

Agenzia media francese

“Nella mia testa pensavo fortemente a un vulcano”, dice Pierre Fautrel, uno dei membri di “Obvious” che ha preso parte all’esperimento.

Durante un’ora trascorsa in una macchina per la risonanza magnetica presso l’Istituto Brain dell’ospedale Pitié Salpêtrière di Parigi, ha immaginato diverse scene, ciascuna ispirata a una breve descrizione. Durante il processo, la sua attività cerebrale è stata registrata e poi elaborata da un’intelligenza artificiale appositamente addestrata.

Se Pierre Fautrel confessa che l’opera generata non è esattamente quella che aveva in mente, “ha mantenuto gli elementi semantici: una montagna fiammeggiante da cui scorre lava con un paesaggio su sfondo chiaro. »

Da quasi un anno, lui, Hugo Caselles-Dupré e Gauthier Vernier hanno dedicato tutte le loro energie a “Mind to Image”, un progetto che sembra fantascienza: trascrivere l’immaginazione di un artista grazie all’intelligenza artificiale generativa.

“Capacità tecnica”

Per raggiungere questo obiettivo, questi trentenni sono partiti da un modello “open Source” esistente, MindEye, che associa le immagini viste all’attività cerebrale, e hanno poi addestrato la propria intelligenza artificiale in più fasi.

Innanzitutto, trasmettendo ritratti e paesaggi a uno degli artisti nella risonanza magnetica per osservare quali aree del loro cervello sono attivate e utilizzando questi dati per alimentare l’intelligenza artificiale.

Questo tenta di ricostruire le immagini originali esclusivamente a partire dai dati del cervello, senza averle viste durante l’allenamento.

Un processo ripetuto più volte per una decina di ore “per creare un database”, spiega Hugo Caselles-Dupré.

In secondo luogo, hanno ripetuto l’esercizio basandosi esclusivamente sul ricordo di queste immagini, prima di tentare l’esperimento sulla pura immaginazione leggendo i “prompt”, testi descrittivi scritti prima di entrare nella risonanza magnetica.

“Sappiamo da circa dieci anni che è possibile ricostruire un’immagine vista a partire dall’attività di questa corteccia visiva”, spiega Alizée Lopez-Persem, ricercatrice del Brain Institute e dell’Inserm. «Ma un’immagine “immaginata”, no. Rappresenta una sfida”.

Sono necessarie diverse dozzine di ore per ordinare le informazioni raccolte nella risonanza magnetica prima di fornirle all’intelligenza artificiale.

Ma, una volta terminato questo lavoro, la generazione delle immagini “è più o meno istantanea, su computer molto potenti”, riassume Hugo Caselles-Dupré.

“Due anni fa non avrei mai creduto che ciò potesse esistere”, afferma Charles Mellerio, un neuroradiologo che partecipa al progetto di ricerca del trio.

Per lui questa “capacità tecnica” è legata a un doppio progresso degli ultimi anni: quello dell’imaging medico, che ha fatto un balzo in avanti “in termini di risoluzione e precisione”, e lo sviluppo folgorante dell’intelligenza artificiale generativa.

IA surreale

Il trio di artisti si è ispirato anche al movimento surrealista, che festeggia il suo centenario nel 2024, per dare un tono particolare alle creazioni del suo algoritmo.

“È un movimento in cui cerchiamo di spostarci il più rapidamente possibile tra l’immagine mentale e la realizzazione plastica”, osserva Pierre Fautrel, che vede nella loro sperimentazione un mezzo per “reinterpretare il surrealismo”.

“Per noi esistono davvero dei legami tra arte e scienza”, aggiunge Hugo Caselles-Dupré, il quale riconosce che questo tipo di tecnologia “può essere molto spaventoso se utilizzato nel modo sbagliato”.

In futuro i tre artisti sperano di estendere la loro sperimentazione ad altri formati, ricostruendo il suono o il video. Fino ad allora, presenteranno le loro diverse creazioni nel mese di ottobre presso la galleria Danysz di Parigi.

Nel 2018, hanno stupito il mondo dell’arte vendendo per più di 400.000 euro da Christie’s a New York, un’opera presentata come la prima prodotta da un software di intelligenza artificiale, “Edmond de Belamy”, un ritratto fittizio dai contorni sfocati stampato su tela.

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