L’editore Léo Scheer è morto a 76 anni – Libération

L’editore Léo Scheer è morto a 76 anni – Libération
L’editore Léo Scheer è morto a 76 anni – Libération
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Nel suo eclettico catalogo c’erano Didier Eribon, Yves Bonnefoy, Camille Laurens ma anche Gabriel Matzneff. Léo Scheer è morto sabato 4 maggio in ospedale a Parigi. È stata sua moglie, la scrittrice Nathalie Rheims, ad annunciarlo questo martedì sul taccuino di Figaro.

Fu un uomo dai molteplici talenti: scrittore, sociologo, pubblicista e uomo televisivo. Ma è ricordato soprattutto per gli autori che ha pubblicato. Léo Scheer ha creato nel 2000 una casa editrice a suo nome, che pubblica letteratura e opere sulle scienze umane e sulla fotografia. Il suo catalogo eclettico comprende autori come Éric Vuillard, prima del suo premio Goncourt, il poeta Yves Bonnefoy, i romanzieri Chloé Delaume e Camille Laurens, il sociologo Didier Eribon e persino scrittori polemici come Richard Millet o Gabriel Matzneff.

Nel 2005 ha ripubblicato il saggio polemico di quest’ultimo, “Sotto i sedici anni”promuovendo i rapporti sessuali con bambini e adolescenti, prima di ritirarlo dal commercio dopo lo scandalo provocato nel 2020 dalla pubblicazione di “Consenso” di Vanessa Springora.

È stata la moglie Nathalie Rheims a dare l’annuncio martedì della sua morte, avvenuta sabato 4 maggio sulle colonne di Le Figaro.

“Una casa editrice come questa è un’avventura di famiglia e la sua scomparsa lascia un vuoto enorme” ha dichiarato all’AFP il direttore generale delle Éditions Léo Scheer, Angie David. “Léo era diverso, con la sua straordinaria intelligenza. Lo consideriamo un genio inventivo e creativo, oltre che un uomo estremamente generoso e molto giusto.lei ha aggiunto.

Creatore di Canal +

Léo Scheer ha pubblicato nel 2023 un originale libro di ricordi, “Manifesto del Partito Anarchico”, che ripercorreva le sue origini ebraiche polacche e il suo percorso professionale, intellettuale e politico. Nato nel 1947 in un campo profughi della Baviera, arrivato a Parigi da bambino apolide, partecipò alla rivolta del maggio 68, per poi diventare dottore in sociologia nel 1972.

Negli anni ’80 si dedica alla pubblicità, entrando in Havas, e lavora per il rinnovamento del panorama audiovisivo. Ha fatto parte del team che ha creato Canal +, poi è entrato in Publicis che ha lanciato un concorrente, M6. Dopo essersi interessato di comunicazione e telecomunicazioni, ha iniziato come redattore. “Mi sono detto che c’era solo una cosa che non sarebbe cambiata, ed era il libro. Quindi ho voluto iniziare a creare bellissime opere, alla vecchia maniera”.ha spiegato a Corse Matin nel 2015.

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