“Quello che mi succede qui è come se fossi in un film” – Libération

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Rivelazione

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Dopo aver vinto un premio di recitazione al Festival di Cannes per “La storia di Souleymane”, nelle sale questo mercoledì, il 23enne guineano potrà presentare una nuova richiesta di regolarizzazione. Per “Libération”, torna alle riprese, al suo incredibile viaggio e alle sue difficoltà per ottenere la regolarizzazione.

A maggio, al Festival di Cannes, la giuria Un certain Regard, presieduta da Xavier Dolan, ha assegnato allo sconosciuto Abou Sangare il premio come miglior attore per il suo ruolo di fattorino di biciclette in La storia di Souleymane di Boris Lojkine. Lodato, congratulato, il giovane di origine guineana è poi tornato ad Amiens dove vive da sette anni, con in tasca il diploma di maturità professionale di meccanico-merci, una promessa di lavoro a tempo indeterminato in un’azienda locale in sospeso per mancanza di documenti in regola e la dovuta forma. Tre richieste di regolarizzazione e tre rifiuti (2019, 2021, 2023), perché non ha il visto per studio per poter entrare in un tirocinio studio-lavoro, o per quest’ultimo perché non può dimostrare esperienza nel suo ramo. Come afferma Sibylle Luperce, della Rete Educazione Senza Frontiere, che lo conosce sin dal suo arrivo in Piccardia: “nonostante la volontà dell’azienda di continuare a formarlo nell’ambito di un vero e proprio contratto a tempo indeterminato, in un settore in cui hanno difficoltà ad assumere, che sia necessario, nonostante il diploma, avanzare di anzianità può sorprendere. Questi giovani fanno perdere molto tempo e i manager

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