Wintour e altri raccontano un decennio di moda e cultura pop

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Tonne Goodman, nella serie di documentari “In Vogue: the 90s’”. DISNEY+

DISNEY+ – ON DEMAND – SERIE DOCUMENTARI

Per chi anni novanta avere un gusto per l’adolescenza, In voga offre uno scoppio di nostalgia a cui è difficile non soccombere. Così come è difficile non credere, come ripetono i personaggi intervistati per il documentario, che questo decennio lo abbia fatto “tutto è cambiato” nella moda – mentre il cambiamento è proprio nel suo DNA.

Questo postulato, né vero né totalmente falso, costituisce il quadro dei sei episodi di questa serie coprodotta dalla rivista stessa, di cui quattro caporedattori essenziali sono accreditati come produttori esecutivi: Anna Wintour, Hamish Bowles, Edward Enninful e Tonnellata Goodman. Ciò dimostra il controllo della rivista sul progetto.

Non ha lesinato sui mezzi per portare un numero impressionante di celebrità a sedersi davanti alla telecamera. Lì incontriamo niente meno che la maggior parte degli stilisti (Tom Ford, Marc Jacobs, Jean Paul Gaultier…) e delle top model (Naomi Campbell, Kate Moss, Linda Evangelista…) dell’epoca, alcune “it-girls” (Gwyneth Paltrow , Claire Danes, Sarah Jessica Parker…), grandi star (Nicole Kidman), un’ex first lady (Hillary Clinton), più una Kim Kardashian seduta lì perché dobbiamo parlare con i millennial.

Argomento affascinante

Il problema è che, salvo poche eccezioni, il loro intervento è puramente decorativo – menzione particolare all’illuminazione, sapientemente lavorata per cancellare quante più rughe possibili – e si riduce a “gli anni ’90 erano wow”, ” incredibile ! » et «così iconico». È un peccato tanto più perché l’argomento, che è quello del legame tra una rivista di moda e il suo tempo, è affascinante. Con il pretesto di ricordare come Voga è un avamposto delle trasformazioni della società, il documentario riesce comunque ad aprire alcune lacune su come la moda si trasforma attraverso il contatto con la cultura popolare, la politica e la strada.

La puntata più interessante è quella dedicata al connubio tra moda e hip-hop, attraverso brand molto “preppy” (Ralph Lauren, Tommy Hilfiger, ecc.) che non ci aspettavamo da queste parti. Molto meno emozionante la puntata dedicata al Met Gala, ritrovo mondano nato nel 1948 al Metropolitan Museum of Art di New York, tornato di tendenza da quando Anna Wintour lo ha reso uno dei red carpet più stravaganti del pianeta.

Al di là del piacere degli occhi e del potenziale comico di alcuni attori sul campo, la montatrice Carlyne Cerf de Dudzeele è una persona reale? −, ovviamente manca In voga uno sguardo critico, e anche un briciolo di lucidità sull’argomento. In una parola, manca un regista. Anche se abbiamo guardato i titoli di coda avanti e indietro, non abbiamo mai trovato il nome.

In Vogue: gli anni ’90 (UE., 2024, 6×45 min).

Audrey Fournier

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