E se parlassimo di cultura… il dibattito 2a edizione – Oggi Marocco

E se parlassimo di cultura… il dibattito 2a edizione – Oggi Marocco
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I marocchini sono innamorati della cultura. Per capirlo basta vedere la folla ai dibattiti organizzati nelle varie fiere del libro e il successo dei vari eventi culturali quando sono accessibili al grande pubblico.

Il Movimento Droit de Cité e l’associazione Marocains Pluriels, dopo il successo della prima edizione di L’DEBAT dedicata allo sport, hanno scelto di collocare la seconda edizione sotto il segno della cultura. Questo tema ci permetterà di condividere esperienze diverse e di rispondere alle domande e alle aspettative che tanti giovani si pongono e ci pongono, in altre parole di mostrare come la cultura permetta di cambiare la mente, di migliorare i comportamenti delle persone e quindi di rompere con l’isolamento, per costruire un progetto di integrazione e coesione sociale. La presentazione del tema traccia il percorso: “Il Marocco è un paese di cultura, contrariamente a quanto troppo spesso sentiamo dire altrove. I marocchini sono innamorati della cultura. Per capirlo basta vedere la folla ai dibattiti organizzati nelle varie fiere del libro e il successo dei vari eventi culturali quando sono accessibili al grande pubblico. La cultura è ciò che ci separa dalla “barbarie” ed è ciò che – insieme all’educazione – costruisce l’anima degli uomini, la nostra gioventù è “in ricerca” e ha il diritto di trovare a cui abbeverarsi.
Allo stesso tempo, la cultura è certamente lo strumento migliore contro il rifiuto dell’Altro, per lottare contro la tentazione del razzismo, della stigmatizzazione, del ritiro…
La cultura è la via più sicura per promuovere l’apertura, la convivenza, la creazione di legami sociali, la comprensione reciproca, la conoscenza dell’altro…
È anche, se sappiamo usarla e promuoverla, una leva formidabile per ridurre l’esclusione: la cultura, l’arte, la scrittura, il teatro, la musica… quando riusciamo a promuovere nei luoghi di relegazione, le regioni isolate, i quartieri svantaggiati, sono prova palpabile che poi il sentimento di esclusione regredisce e lascia il posto alla creatività, alla motivazione, a una sorta di rinascita e all’emergere di uno spirito positivo.
Perché tutto è nella cultura e la cultura è in tutto!
La cultura riflette e rivela l’anima, la grandezza dell’Uomo, di un Paese, di una nazione… è apertura all’Altro, arricchimento, vettore di pace, curiosità, diversità, inventiva, creatrice di legami sociali, ponte tra generazioni , popoli, civiltà… È per tutti questi motivi che la cultura è sempre e sempre la prima vittima di coloro che sostengono il ritiro nella (pseudo)identità?
Senza dubbio, perché prepotentemente la cultura, schiavizzandola, impoverendola le toglie il potere che possiede di “darle le ali”. Nel nostro Paese la cultura accompagna, crea, spinge la diversità che costituisce la nostra ricchezza e dà alla nostra Nazione la linfa nuova che instancabilmente la irriga dal più piccolo douar alla più grande metropoli e la fa risplendere sui palcoscenici di tutto il mondo. Il panel è brillante e diversificato, ognuno di noi è invitato a venire a discutere questo giovedì 25 aprile alle 19:00 al Kenzi Hotel con i relatori:
Ospite a sorpresa: Maxime Karoutchi
Altoparlanti:
– Maria Bensaad: Coordinatrice eventi, sponsorizzazione e pubbliche relazioni.
– Hicham Lasri: regista, romanziere, graphic novelist
– Ouadih Dada: autore, giornalista
Testimoni:
– Moussa Laarif: attore associativo, direttore del festival.
– Hamza Imzri: imprenditore digitale, creatore di contenuti podcast
– Aeobeat: produttore musicale (in particolare la musica per i titoli di coda della serie Jouj Wjouh)!

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