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AG della FFC: fortunatamente Xavier Jan ha sollevato la discussione

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L'Assemblea generale della FFC è stata trasmessa questa mattina sul canale della Federazione. L'opportunità per me di trascorrere qualche ora ascoltando i diversi discorsi di coloro che sono saliti sul podio uno dopo l'altro. E a dire il vero speravo in discorsi appassionati, rivolti al mondo del ciclismo francese. In particolare il mondo amatoriale, che sta morendo nel silenzio, ma non solo…

Invece, mi sentivo come se stessi partecipando a colloqui di lavoro, dove ognuno aveva l'unica missione di spiegare perché era eccezionale, e soprattutto perché il suo curriculum era eccezionale.

Sbalordito, da stamattina continuo a chiedermi come possiamo sembrare così disconnessi e lontani dalla realtà sul campo. Da questa sofferenza quotidiana di club e organizzatori. Di tutti coloro che danno vita al ciclismo più di quanto parlano.

Non andrò oltre, per timore che lo shock del momento faccia sì che le mie parole prendano il sopravvento sui miei pensieri. Ritornerò invece su un intervento, quello di Xavier Jan, il presidente della LNC. L'unico che alla fine mi ha dato l'impressione di fare un discorso aderente alla realtà. Anche l'unico che, a mio avviso, ha sollevato il dibattito dove avrebbe dovuto essere, cioè sui grandi temi del ciclismo francese.

Grazie al presidente della Lega, che ha avuto anche il merito di farmi mandare giù (quasi) male il caffè, con la sua formula sulle “sabbie mobili del deserto”. Grazie anche a lui per avermi permesso di prendere alla fine come punto culminante qualcosa di diverso da uno dei messaggi inviatimi da uno dei partecipanti.

“Quando mangiamo?” » Tre semplici parole che sembravano trasmettere che la noia era presente nella stanza come dietro lo schermo…

Di Charles Marsault


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