Il numero di pernottamenti in albergo continua ad aumentare nel mese di febbraio

Il numero di pernottamenti in albergo continua ad aumentare nel mese di febbraio
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Il settore alberghiero svizzero continua ad andare bene. Nel mese di febbraio si sono registrati 3,4 milioni di pernottamenti, con un incremento del 3,8% su base annua, grazie alla maggiore presenza di turisti stranieri.

Al contrario, nonostante le vacanze solari, negli stabilimenti del Paese sono rimasti meno svizzeri. Nel mese di febbraio gli alberghi hanno così contato 128’000 pernottamenti in più rispetto all’anno precedente, secondo i risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (UST) pubblicati lunedì.

I visitatori stranieri hanno rappresentato 1,5 milioni di pernottamenti (+9,4%). I tedeschi (317.000), gli inglesi (166.600), gli americani (148.500) e i francesi (127.600) furono i più numerosi a rimanere nel Paese. La permanenza dei visitatori cinesi, a lungo limitata dalle restrizioni legate al Covid-19, è quasi quintuplicata arrivando a 47.700 notti.

Gli svizzeri hanno totalizzato 1,9 milioni di pernottamenti, in calo dello 0,3%.

Ad attirare l’attenzione sono state le regioni turistiche di montagna, come i Grigioni (+4,4%), Berna (+3,2%), Lucerna e il Lago dei Quattro Cantoni (+2,7%) o il Vallese (+2,1%).

Bene anche le città come Ginevra (+12,4%), la regione di Zurigo (+5,9%) e Basilea (+5,7%). Sono stati invece esclusi il Ticino (-6,3%), così come Friburgo (-3,9%) e in misura minore la regione del Giura & Trois-Lacs (-0,7%).

Nell’arco di due mesi, da gennaio a febbraio, il settore ha registrato 6,5 milioni di pernottamenti, ovvero un aumento del 3,0% ovvero 192.000 pernottamenti in un anno. Gli svizzeri hanno generato 3,5 milioni di pernottamenti, in leggerissimo aumento (+0,1%), seguiti dai viaggiatori stranieri con 3 milioni di pernottamenti, ancora una volta sempre più presenti (+6,8%).

L’anno scorso i pernottamenti in hotel sono stati pari a 41,8 milioni di unità, in aumento del 9,2% su base annua e addirittura del 5,6% rispetto al 2019, prima della pandemia di coronavirus.

/ATS

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