Soros e Musk: due miliardari, due ideologi… due metodi

Soros e Musk: due miliardari, due ideologi… due metodi
Soros e Musk: due miliardari, due ideologi… due metodi
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Sono entrambi ricchi di miliardi. Entrambi si elevano molto al di sopra dei confini carnali e delle patrie. Uno viene dall’Ungheria, l’altro dal Sud Africa ed entrambi sono americani. Nessuno di loro ha gusto per lo star system o per l’ostentazione. Ed entrambi sono molto intelligenti. Le somiglianze finiscono qui, perché George Soros ed Elon Musk sono su due lunghezze d’onda, due pianeti addirittura, si potrebbe dire, completamente diversi.

Per decenni, George Soros ha condotto una campagna per quella che definisce una “società aperta”. È un termine educato e conveniente per designare l’assenza di confini, la promozione del progressismo sociale, del wokismo, dei musulmani CCIF o la depenalizzazione delle droghe. Amico dei democratici americani, figura divisiva che riunisce contro di lui tutti i diritti nazionali d’Europa, Soros è diventato uno spaventapasseri. Musk è il suo esatto opposto, il suo negativo. Si batte per una società tradizionale all’avanguardia tecnologica, sostiene Israele e finanzia la lotta contro questo si è svegliato – che ritiene gli abbia rubato uno dei suoi dodici figli, che ha effettuato una “transizione di genere” qualche anno fa, e che il miliardario considera morto. Musk finanzia i repubblicani tanto quanto Soros finanzia i democratici.

E poi, soprattutto, c’è una grande differenza: le modalità di azione. Tutto quello che fa Soros è segreto, se non nascosto, comunque discreto. Scopriamo il suo passaggio o il suo coinvolgimento solo a posteriori. George Soros ha sempre privilegiato i circuiti complessi, le inquadrature multi-banda. Elon Musk grida quello che farà e lo pubblica, più volte al giorno, sui social network. Definisce una “ragazzina” il primo ministro canadese, si scaglia contro coloro che si avvolgono in un linguaggio scadente e condivide post scritti da account che i benpensanti definiscono “controversi” o “problematici”. Quale strategia è la migliore? La storia giudicherà. Tuttavia, in questi giorni sembra che la cosa stia lavorando a favore di Musk.

Soros è stato decorato da Biden con la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti. Questo è quello che potremmo definire un Cesare onorario. Ma allo stesso tempo la sua stella svanisce. Musk, dopo essere stato criticato da una casta politico-mediatica molto sicura della sua vittoria, riceve le simpatie di un Mark Zuckerberg, che aspettava la vittoria di Trump e della sua orchestra per scoprire che, in fondo, non gli erano mai piaciuti i partiti di sinistra. la censura su Facebook né la sua processione di verificatori di fatti. Lo stile diretto e le frasi chiare pubblicate davanti a tutti permettono anche di svelare gli scandali. Musk ha appena dato notizia di uno scandalo avvenuto nel 2013 nel Regno Unito: quello delle bande pedofile pakistane. Questa storia sporca e “sistemica” era stata repressa dalla polizia e dai tribunali, per paura di essere accusati di razzismo. Tutti i giornalisti che finora ne avevano parlato erano stati ostracizzati e incarcerati (come l’attivista Tommy Robinson, processato per aver “diffamato” un rifugiato siriano). Musk ha suscitato una tale tempesta pubblicando questo su X che la Camera dei Comuni ha appena avviato un’indagine sulla questione. Di fronte alle accuse di ingerenza, il deputato Guillaume Bigot ha citato questa impeccabile frase di Giorgia Meloni: “ L’interferenza non è Musk, è Soros… » Sembra che il vento stia girando…

Questo articolo è stato aggiornato l’ultima volta il 19/01/2025 alle 18:55

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