Libe amavamo così tanto David Lynch che spesso lo incontravamo. Già nel 1984 siamo andati a perderci sul fiume Duna in Messico per vederlo all’opera… Prima vera intervista, nel giugno 1992: dopo il duro giudizio del festival di Cannes (che due anni prima gli aveva assegnato l’oro) su Cime gemellenel film, David Lynch fa appello Liberazione. “Chi ha ucciso Cime gemelle ?,” era il titolo allora. Un incontro che si conclude con questa frase del maestro: “Hai capito tutto.” Il che, detto da lui, non è nemmeno un mezzo complimento.
Due anni dopo, l’uscita diGomma da cancellare è una buona occasione per avere notizie dal regista. Lo troviamo nei suoi uffici di Hollywood, pacchetto di sigarette sul tavolo, nostalgico: “Mi piacerebbe davvero ritornare alle cose più piccole, a progetti più modesti e controllabili. Ho questo desiderio di scomparire e diventare qualcun altro…”
Nel novembre 1999, in promozione per l’uscita diUna storia vera, il regista concede un lungo incontro Liberazione. Tra due sbuffi di American Spirit, difende il suo film: “Non c’è molto da fare, ammette, quindi tutto diventa importante”. E parla della sua nuova telenovela il cui pilot è stato infine rifiutato dal canale ABC. Il nome di questo progetto che sembra sepolto? Mullholand Drive…
Il 2001 iniziò con il botto per Lynch Libe. 3 gennaio, passando per Parigi. Si prende il tempo per una grande intervista al di fuori di qualsiasi promozione. Non ha nulla da vendere e solleva il velo su cosa Mulholland Drive in lavorazione ma anche sulla sua pratica di regista. Un incontro raro.
Cambio di scenario nel 2003. È nel Maryland che Libe trova Lynch… in una conferenza per la pace nel mondo dove il guru Maharishi Mahesh Yogi parla dall’India. Il ritratto che il quotidiano pubblica nell’ultima pagina del dicembre 2003 è quello, inaspettatamente, di un cineasta cullato dalla meditazione trascendentale.
Valeva la pena tornare a vederlo nel 2008 per un nuovo ritratto. Il cineasta ha appena pubblicato il suo manifesto-autobiografia. E l’incontro che ne risulta è, diciamo così… sconcertante.