è venuta a mancare una grande voce francese

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Benoît Allemane è morto il 6 gennaio 2025. Grande voce del doppiaggio in Francia, nel cinema, nella serie, nella saggistica e nei cartoni animati. Aveva lavorato per la nostra serie di documentari La Francia del futuro. Il nostro omaggio, attraverso questo racconto personale.

Il 6 gennaio 2024 apprendiamo della morte, all’età di 82 anni, di Benoît Allemane. Era noto per essere la voce francese di Morgan Freeman, ma l’ambito della sua carriera va ben oltre questo ruolo iconico: è stato uno dei le più grandi voci francesi, interpretando James Earl Jones, Michael Dorn, Brian Cox o anche personaggi dei cartoni animati (Zeus in Ercoleil nonno dentro Il piccolo dinosauro…).

Ero molto legato a Benoît Allemane. È stato la voce dell’episodio 2 della nostra serie di documentari, un progetto di grande coinvolgimento umano, al quale ha partecipato con molto cuore; ma la storia risale a molto tempo prima.

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Benoît Allemane con Pierre-Alain de Garrigues (PADG) sul canale YouTube di quest’ultimo. // Fonte: screenshot di YouTube

Benoît Allemane, generosità e profondità nella sua voce

Il mio primo incontro con Benoît Allemane risale al 2016. Avevo solo 20 anni allora, ero studente e, da giovane appassionato di scienza, una serie di documentari in particolare mi aveva segnato al punto da partecipare alla definizione di un parte di ciò che volevo fare nella vita: Cosmo: un’odissea attraverso l’universo. Lo ha presentato il fisico Neil deGrasse Tyson, la cui voce è doppiata in francese da Benoît Allemane. Nel suo modo di suonare, è riuscito a trascrivere sia la profonda poesia che l’umorismo e l’insaziabile curiosità nella scrittura Cosmo.

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All’inizio dell’anno scolastico 2016, quando la radio locale bretone Radio Laser mi ha dato le chiavi del mio nuovo programma, EurekaPenso solo a una cosa: la voce di Benoît Allemane. La più calda curiosità era già la mia parola d’ordine: la sua voce è per me un’incarnazione indimenticabile. La sua gentilezza, quando ho preso contatto per la prima volta, mi ha toccato: dopo aver letto le mie motivazioni, mi ha confidato che a volte aiuta gli studenti, e ha generosamente accettato di darmi la sua voce per i crediti. Pochi giorni dopo, mi ha inviato il file audio che per me era più prezioso. La sua voce poi accompagna me – così come gli ascoltatori – per un anno intero, ogni sabato mattina.

Otto anni dopo, all’interno dei media Numerama, all’inizio del 2024, era in pieno svolgimento la produzione della nostra serie di documentari dedicati al futuro. Terminato l’episodio 1, con la voce della bravissima Adeline Chetail, abbiamo voluto variare gli attori e le attrici in modo che ogni episodio avesse una propria atmosfera narrativa, una direzione artistica mirata anche a promuovere questa professione nella sua diversità. Chi dopo?

Era del tutto naturale che Benoît Allemane mi apparisse come l’attore ideale per l’episodio dedicato nientemeno che a un sole artificiale – o al più grande scienziato del mondo – che volevo fosse vertiginoso, un po’ poetico. Laddove nel 2016 interagivamo solo a distanza, questa volta ci incontriamo in studio per la registrazione di questo documentario, in un contesto professionale, ma per una sessione segnata dallo stupore collettivo.

In ogni sequenza, in ogni brano di testo, Benoît Allemane si lascia coinvolgere perché ama la scienza e ama il fare Cosmo. Non si limita a chiedere la sua voce, si lascia coinvolgere dall’argomento, si chiede cosa sia un sole artificiale, mi fa domande, chiede come ci si sente lì, trova fantastici i relatori, si affascina dalle immagini del luogo, si appassiona su cosa un simile progetto potrebbe cambiare per il futuro. Apprezza che si parli di “ricercatori”, e vuole anche che lo sia ricercatrici Primo. E poi si concentra sul raccontare una storia, sull’essere un personaggio come narratore, sembra di essere accanto al fuoco e su Giove, la sua voce vibra su queste due frequenze contemporaneamente.

Con il passare delle ore in studio, capisco ancora una volta che la profondità della sua voce deriva dalla sua profondità come attore e come essere umano. Che sia nel 2016 da studente o nel 2024 da professionista, questa stessa sensazione si imprime in me.

Non c’è da stupirsi, infatti, che sia stato coinvolto nel movimento TouchePasMaVF contro l’uso dell’intelligenza artificiale nel doppiaggio vocale: incarnava il concetto stesso di cuore al lavoro, cosa che nessun algoritmo può fare. produrre.

D’ora in poi avrò un’emozione in più ogni volta che sentirò la sua voce pronunciare questa frase conclusiva: “ Questo villaggio di 42 ettari non è solo un progetto scientifico: dimostra la nostra capacità di cooperare per un obiettivo comune. » Perché la sua generosità e la sua passione sono state lì fino alla fine.

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