Riusciranno Julie Denidder (Braine-l’Alleud) e Cycloceza (Louvain-la-Neuve) a sedurre il pubblico di The Dancer?

Riusciranno Julie Denidder (Braine-l’Alleud) e Cycloceza (Louvain-la-Neuve) a sedurre il pubblico di The Dancer?
Riusciranno Julie Denidder (Braine-l’Alleud) e Cycloceza (Louvain-la-Neuve) a sedurre il pubblico di The Dancer?
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La prima fase delle audizioni inizia martedì sera in prima pagina con dieci candidati tra cui due Brabançons valloni: Julie e il gruppo Cycloceza.

Julie si esprime ballando

A 23 anni, Julie Denidder ha sempre vissuto al ritmo della danza. “Avrò avuto 3 anni quando ho iniziato a ballare”ricorda l’abitante di Braine-l’Alleud.

Non si è mai fermata, fino a ritrovarsi oggi a livello professionale. “Sono rimasto dieci anni in una scuola di danza e poi dieci anni in un’altra.”

Ha provato diversi stili di danza, “un po’ di tutto”ma è jazz moderno, “con cui mi sento più a mio agio”che sarà sotto i riflettori sul palco di The Danser.

Per Giulia, “Ballare è un bellissimo modo per esprimersi senza dover usare la voce. Preferisco non parlare e ballare per esprimere quello che sento”.

Julie ha due volti, quello della signorina riservata che si nasconde e l’altro che vuole mostrarsi, salire sul palco ed essere la star. Quest’anno è importante per lei. Dopo aver conseguito una laurea in lingue e letterature, studi che ha abbinato alle lezioni di danza che impartisce, ha deciso di cambiare marcia. “Voglio davvero iniziare a ballare.”

Ha superato l’esame attitudinale tecnico (EAT) all’Opera di Parigi. “Voglio provare diverse cose.”

Non Il ballerinouna prima vera esperienza televisiva che potrebbe aprirgli anche nuove porte. Sperando che il pubblico apprezzi e apra lo specchio.

Cycloceza, un duo unico

Iris e Jean-Luc formano il gruppo Cycloceza, un duo speciale poiché Iris balla su una sedia a rotelle. Il suo obiettivo nel partecipare allo spettacolo? “Dimostrare che, nonostante la disabilità, possiamo prosperare. Dimostrare che, pur essendo seduti su una sedia, possiamo ballare ed esprimerci come persone normodotate. Non sono un disabile quando ballo, sono come tutti”.

La storia di Iris (vero nome Chantal), che vive a Louvain-la-Neuve, è forte. “Originario del Ruanda, ho contratto la poliomielite nel mio Paese dove mi sono ritrovato ricoverato in ospedale nel bel mezzo del genocidio. Sono arrivata in Belgio all’età di 11 anni, nel 1994. Mi sono ritrovata all’ospedale Queen Fabiola di Bruxelles, poi sono entrata in un centro per rifugiati a Yvoir per due anni prima di essere ospitata da una famiglia ospitante. È stato quando sono arrivato in Belgio che ho ricevuto una sedia a rotelle. Con la mia sedia, lo era. come se avessi ritrovato le mie gambe.

Appassionata di danza, ha frequentato diverse scuole di ciclodanza. Ha anche seguito dei corsi, ha conseguito i certificati ed è diventata insegnante. Ha fondato una onlus con una propria scuola di danza prima del Covid e l’arrivo dei figli l’ha spinta a fare un passo indietro. “Ora che i miei due ragazzi sono cresciuti mi sento più libera e vorrei riaprire la mia scuola di danza ma è difficile trovare una sala accessibile alle sedie a rotelle”.

La sua apparizione nello show Il ballerino potrebbe aprirgli nuove prospettive. “Questo è uno dei motivi per iscriversi allo spettacolo, per avere molta visibilità.”

Sul palco è accompagnata da Jean-Luc, fisioterapista e istruttore sportivo per persone a mobilità ridotta. “Ballamo insieme da circa dieci anni. Ho scoperto Jean-Luc attraverso dei video che seguivo nella preparazione agli esami, poi l’ho conosciuto durante i miei corsi di formazione e da allora balliamo insieme.”

Resta da vedere se la loro performance piacerà al pubblico, dato che la storia di Iris ha già toccato molte persone. È anche possibile scoprirne le diverse sfaccettature e sfide Alzati e ballaun’opera pubblicata dalle edizioni Memoria.

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