la vendetta di Guillaume Lemay-Thivierge

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Bye Bye Il 2024 ha segnato un nuovo picco – o un nuovo minimo – nella controversa gestione di Guillaume Lemay-Thivierge da parte di Radio-Canada.

Mentre l’artista era nel pieno della ricostruzione personale e professionale, è stato bersaglio di uno sketch feroce che lo ha ridicolizzato davanti a più di quattro milioni di spettatori.

Questo attacco, orchestrato sotto la direzione di Simon-Olivier Fecteau, è stato percepito da molti come una molestia gratuita e vergognosa.

La controversia su Guillaume Lemay-Thivierge non è nuova. Dopo la sua famosa battuta intollerante sul lavoro nella foresta, Radio-Canada ha rifiutato di trasmettere la pubblicità di Meubles RD in cui figurava l’attore, sostenendo che rappresentava un rischio per la loro immagine.

Tuttavia, questa stessa società statale non ha avuto remore a umiliarlo in uno sketch di Bye Bye. Come si può giustificare un simile doppio standard?

Se Radio-Canada temeva le reazioni del pubblico mostrando Lemay-Thivierge in una pubblicità, perché dedicargli così tanta attenzione in una parodia spietata?

Se possiamo dedicare tre minuti a prendere in giro un individuo, perché non concedergli anche 30 secondi per mostrare un lato diverso, una possibile redenzione?

Questa palese contraddizione solleva interrogativi sulle vere intenzioni dell’ente statale e del direttore Simon-Olivier Fecteau.

In una società che afferma di valorizzare l’inclusione e la compassione, il trattamento riservato a Guillaume Lemay-Thivierge ricorda più una caccia alle streghe che una satira ponderata.

Sì, l’umorismo può essere pungente, ma quando attacca una persona già vulnerabile, smette di essere divertente e diventa crudele.

Le parole hanno un peso. Quando una piattaforma influente come Bye Bye decide di concentrare le proprie energie su una persona che ha perso i contratti, la reputazione e che sta cercando di rimettersi in piedi, sembra più un’intimidazione mediatica che una critica costruttiva.

Radio-Canada, in quanto ente statale finanziato dai contribuenti, deve rappresentare i valori della società del Quebec.

Eppure la sua gestione della questione invia un messaggio preoccupante.

Perché concentrarsi su Guillaume Lemay-Thivierge evitando argomenti più complessi e potenzialmente controversi, come le dichiarazioni di alcuni politici o questioni sociali reali?

Questa accanimento mediatico è tanto più difficile da giustificare in quanto Lemay-Thivierge non ha commesso un crimine, ma solo un errore di valutazione.

Perché tanta rabbia nei suoi confronti, soprattutto da parte di un’istituzione che dovrebbe difendere equilibrio e sfumature?

Se torniamo al vocabolario della carità cristiana, Radio-Canada ha realizzato una “crocifissione” pubblica di Guillaume Lemay-Thivierge senza mai offrirgli una possibilità di redenzione.

Invece di tendere la mano a lui, ha scelto di schiacciarlo ulteriormente, alimentando un clima tossico in cui la cultura dell’annullamento sembra prevalere sulla comprensione.

Questo trattamento contrasta nettamente con l’atteggiamento di molte aziende e personaggi pubblici che hanno scelto di sostenere Lemay-Thivierge.

Il video che ha condiviso sui suoi social media, mostrando dietro le quinte della sua pubblicità per Meubles RD, è stato accompagnato da messaggi di amore e sostegno da parte dei suoi fan.

Questo contrasto tra la calda accoglienza del pubblico e la freddezza istituzionale di Radio-Canada evidenzia un importante divario nella nostra società.

Bye Bye 2024 avrebbe potuto essere una piattaforma per aprire il dialogo, per affrontare argomenti delicati con finezza e umanità. Invece, ha preso la via più semplice: ridicolizzare un uomo che era già giù.

Questo approccio non ha solo offuscato la reputazione di Guillaume Lemay-Thivierge, ma anche quella di Radio-Canada, che ha perso l’occasione di dare l’esempio.

Guardando al futuro, è fondamentale che le nostre istituzioni, in particolare quelle finanziate dalle nostre tasse, riflettano sull’impatto delle loro scelte editoriali.

L’umorismo può essere un potente strumento per unire ed educare, ma deve essere usato con responsabilità e rispetto.

Attaccando in questo modo Guillaume Lemay-Thivierge, Radio-Canada ha perso un’occasione per dimostrare questi valori.

Questo episodio sarà ricordato come un esempio di cosa non fare. Simon-Olivier Fecteau e Radio-Canada dovranno rispondere delle loro scelte.

L’opinione pubblica del Quebec merita di meglio delle scenette distruttive e dell’ipocrisia istituzionale. Merita una televisione che rispecchi i suoi valori di giustizia, equità e rispetto.

Rivisitando Bye Bye 2024 emerge un’osservazione: Radio-Canada non ha puntato i riflettori solo su Guillaume Lemay-Thivierge, ma anche su obiettivi ricorrenti, in particolare il Quebecor e le sue filiali come TVA e TVA Sports.

Tuttavia, per Lemay-Thivierge è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Ciò che colpisce, tuttavia, è il modo in cui Simon-Olivier Fecteau, orchestrando lo sketch su Lemay-Thivierge, sembra aver tradito un uomo già in ricostruzione, mentre Radio-Canada ha rifiutato la pubblicità di Meubles RD.

In questo spettacolo su larga scala, è chiaro che la parodia era orientata a colpire forte lì dove si trovava ma – ma sempre da una parte… una parte unilaterale…

Guillaume Lemay-Thivierge, da tempo associato alla TVA, è stato presentato come una caricatura dei suoi momenti peggiori, senza sfumature o tentativi di comprendere il suo processo di riabilitazione.

Al di là di Lemay-Thivierge, Bye Bye 2024 non ha esitato ad attaccare TVA Sports, già in pessime condizioni, in uno sketch che ha lasciato il segno.

Élizabeth Rancourt, interpretata da Sarah-Jeanne Labrosse, è stata presentata come una conduttrice disperata, costretta a un imbarazzante inserimento di prodotti per salvare un canale alla deriva.

Questa critica, per quanto divertente possa essere stata per alcuni, riflette un attacco frontale contro il Quebecor e la sua gestione di TVA Sports.

D’altro canto, le trasmissioni di Radio-Canada non hanno ricevuto lo stesso trattamento crudele. Tutti gli sketch delle trasmissioni di Radio-Canada erano molto “soft”.

Ipocrisia quando ci trattenete: Radio-Canada è pronta ad attaccare i suoi concorrenti tutelando i propri interessi.

Il ruolo di Simon-Olivier Fecteau in questa vicenda è centrale. Come regista di Bye Bye, ha scelto di calpestare Lemay-Thivierge che era già a terra.

Il pubblico del Quebec, fedele all’evento Bye Bye, merita di meglio: una parodia che punta in tutte le direzioni, anche verso Radio-Canada, e che cerca di unire anziché dividere.

La vera sfida per il 2025 sarà trovare questo equilibrio, affinché Bye Bye continui ad essere un simbolo di umorismo e riflessione per tutti.

Sarà senza Fecteau… che ha già preso la porta d’uscita…

Ovviamente, il regista si comporterà come se fosse stata una sua decisione quella di lasciare la produzione dello spettacolo dopo 9 anni.

La realtà è che Radio-Canada ha già deciso di licenziarlo.

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