‘Sarà più difficile’ – Sacchi riflette sull’ingaggio di Conceicao e sull”errore’ di Fonseca

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Arrigo Sacchi ha ammesso di essere stato un grande tifoso del Porto di Sergio Conceicao, ma ritiene che per lui sarà più difficile replicarlo con il Milan.

Sono stati a dir poco caotici gli ultimi giorni al Milan, e il club entrerà nel 2025 con un nuovo allenatore in carica. Prima della partita con la Roma è emersa la notizia secondo cui il Milan stava per esonerare Paulo Fonseca, sostituito poche ore dopo dal suo connazionale.



Avendo lasciato il Porto alla fine della scorsa stagione, Conceicao da allora è senza lavoro, forse una sorpresa visto che ha vinto 11 trofei in sette stagioni lì. Abbiamo analizzato tatticamente cosa aspettarci da lui, mentre nel frattempo sembra già essersi avviato a cambiare la cultura del club.

Sacchi conosce infatti Conceicao avendolo allenato per tre settimane quando era al Parma, e ha parlato a La Gazzetta dello Sport per esprimere il suo pensiero sull’appuntamento.

Conosci già Conceicao…

“E mi è piaciuto molto. Era il gennaio del 2001, arrivai al Parma, la squadra andava male, Malesani era stato esonerato. Sono rimasto solo tre partite, poi sono dovuto andare via perché non mi sentivo più dentro il fuoco sacro.

“Ma proprio in quei giorni, sui campi di Collecchio, ho conosciuto Conceiçao e ne ho avuto una bellissima impressione. Serio, grintoso, determinato. Anche se…”

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“Ti racconterò questa storia. Entro nello spogliatoio, faccio sedere i giocatori e dico: siete una squadra con qualità tecniche notevoli, ma i risultati non ci sono. Perché? Ci sono problemi tra di voi? Ci sono invidie, gelosie? Dimmi tutto.

“In quel Parma, tanto per intenderci, c’erano Buffon, Thuram, Cannavaro, Almeyda, Lamouchi, Di Vaio, Conceiçao, Milosevic… dal carisma notevole. Tutti parlano un po’, ognuno esprime la propria opinione e poi Thuram urla a Conceiçao: forse c’era della ruggine, non so esattamente…

“Tutto però è finito lì, perché quando siamo scesi in campo ho subito notato che Thuram e Conceiçao si passavano la palla e avevano già dimenticato tutto”.

Adesso Conceiçao affronta una sfida complicata: guidare il Milan post-Fonseca…

“Non solo il post Fonseca, ma aggiungerei il post Pioli e il post Maldini, che insieme, uno in panchina e l’altro da allenatore, hanno vinto lo scudetto. La situazione è davvero difficile per diversi motivi.

“La prima: Conceiçao deve allenare giocatori che non ha scelto e che non so se siano adatti alla sua idea di calcio. Spero che possa adattarsi e che lo seguano con il massimo impegno e la massima collaborazione”.

Il secondo motivo di difficoltà?

“Dal Milan ci si aspetta sempre il meglio, l’atmosfera è vibrante, vuole risultati, non ha tempo per preparare la squadra e così rischia di finire nei guai. Credo però che, visto il suo carattere, possa farcela. A una condizione specifica.

“I dirigenti devono sostenerlo in tutto. Non mi stancherò mai di spiegare che i successi partono dal club, dalla sua organizzazione, dalla sua visione e dalla sua storia.

“Nello specifico credo di poter dire che il Milan ha sbagliato a prendere Fonseca: veniva da esperienze poco entusiasmanti, non c’era la massima fiducia in lui. E i guai, a valanga, arrivarono…”

Cosa devono aspettarsi i tifosi del Milan?

“Devono sostenere il lavoro dell’allenatore e incoraggiare i giocatori a dare il massimo in campo. Solo una persona può fare miracoli, e in questo momento è impegnata in cose molto più importanti, quindi non ci aspettiamo subito la luna da Conceiçao. Sarei felice se desse uno stile alla squadra”.

Lo seguivi quando allenava il Porto?

“Sì, e devo ammettere che il suo Porto mi è piaciuto molto. Una squadra ben organizzata, che giocava a calcio di squadra, che si muoveva con buon sincronismo e che aveva coraggio e spirito di sacrificio.

“Ciò significa che Sergio era riuscito a farsi capire dai suoi ragazzi e aveva trasmesso le sue conoscenze. Al Milan sarà più difficile, perché è in un ambiente nuovo e ha poco tempo”.

Com’era il Porto di Conceiçao?

“Difficile. Pressing e contropiedi veloci. Squadra molto corta e molto ristretta. Tutti i giocatori che hanno partecipato all’azione, i primi difensori sono stati gli attaccanti. Insomma, un calcio moderno, europeo

“E in effetti, se andate a guardare il curriculum di Conceiçao in Europa, scoprirete che è arrivato due volte ai quarti di finale di Champions League. Parliamo di un allenatore che ha vinto tre volte il campionato portoghese”.

Quale sarà la sua prima mossa?

“Conoscendo il materiale umano di cui dispone. E si noti che sto parlando di “materiale umano” e non di “materiale tecnico”. Sergio, prima di tutto, dovrà comprendere gli uomini con cui avrà a che fare.

“Dovrà capire se sono affidabili oppure no. Spero che lo siano. E dovrà stimolare chi fino ad ora non ha dato risultati all’altezza delle aspettative”.

Ti riferisci a Leo e Theo Hernandez?

“I primi nomi che mi vengono in mente sono quelli, ma nel gruppo del Milan ci sono diversi giocatori che non hanno reso al meglio. Sergio è un uomo che ha le idee chiare e sono sicuro che spiegherà bene queste idee a tutti: starà poi ai giocatori farle proprie.

“Perché qui dobbiamo essere onesti: se anche Conceiçao fa male, cosa facciamo, mandiamo via anche lui? Non sarà sempre colpa degli allenatori se i risultati non arrivano, vero?”

Intanto c’è la partita di Riad contro la Juventus. Come vedi che andrà?

“Non dobbiamo mettere troppa pressione sul Milan per questa partita. Conceiçao eredita una situazione complicata e quindi è logico dargli almeno due settimane per sistemare alcuni dettagli.

Nel frattempo lasciamo che i giocatori si rimbocchino le maniche e inizino a correre avanti e indietro, in attacco e in difesa. Questo è il modo migliore per aiutare l’allenatore appena arrivato”.

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