Gilbert Montagné e il paroliere Didier Barbelivien non ricevono più royalties per “On va s’aimer”. Questo successo degli anni ’80 è stato riconosciuto come plagio nel corso di una battaglia legale franco-italiana che dura da circa vent’anni.
“MM. Montagné e Barbelivien e le società Universal non possono beneficiare dei proventi generati dall’opera contraffatta ‘On va s’aimer'”, ha deciso la Corte d’appello di Parigi, in una sentenza del 9 ottobre consultata lunedì dall’AFP, confermando le informazioni dell’Informato.
Questa decisione è l’ultimo episodio di una serie iniziata in Italia.
“Una ragazza dalla Francia”
Per cominciare dobbiamo tornare al 1976: sette anni prima della nascita della hit, uscì “Une fille de France”, interpretata dal cantante italiano Gianni Nazzaro. Per la composizione, Michel Cywie e, per i testi, due coautori: Jean-Max Rivière e… il produttore di successi Didier Barbelivien.
Gli inizi giudiziari risalgono al 2002, quando la Abramo Allione Edizioni Musicali, casa editrice di “On va s’aimer” con Universal Music Italia, avviò una procedura di citazione non contraffatta, destinata a riconoscere il carattere originale dell’opera su “A Girl dalla Francia”.
La manovra però produce un effetto boomerang ed è proprio “Ci ameremo” a ritrovarsi nel mirino delle accuse di plagio.
Nel 2008, il tribunale di Milano (Italia) “ha giudicato che l’opera ‘On va s’aimer’ costituisce una contraffazione dell’opera musicale ‘Une fille de France’”. Condanna Abramo, Universal Music Italia nonché Montagné e Barbelivien al “risarcimento del danno morale e patrimoniale subito” da parte degli aventi diritto, ricorda la Corte d’appello di Parigi. La Corte di Cassazione italiana ha ratificato questa condanna nel 2012.
Plagio solo sulla musica
La questione centrale ora ruota attorno alla ripartizione del compenso generato da “On va s’aimer”, oggetto di un’aspra battaglia in tribunale.
Nel 2017 la giustizia italiana ha stimato in 1,6 milioni di euro il danno subito ma, a seguito dei ricorsi, il caso dovrà essere nuovamente giudicato. La giustizia francese, che ha progressivamente riconosciuto le decisioni transalpine, si occupa dal 2013 dell’aspetto del diritto d’autore.
Nel corso dei vari procedimenti i contraffattori hanno in particolare sostenuto che il plagio era solo parziale e riguardava solo la musica e non i testi. Il che non dovrebbe, secondo loro, portare a pagare l’intero diritto d’autore alle vittime.
Il tribunale di Parigi si pronuncia a favore delle vittime
Ma la giustizia finora non li ha seguiti: il tribunale di Parigi si è pronunciato a favore delle vittime della contraffazione nel 2020, ordinando alla Società degli autori, compositori ed editori musicali (Sacem) di modificare il proprio catalogo in modo da poter riscuotere l’intero importo delle royalties.
Dopo un ricorso in Cassazione e un nuovo processo, la Corte d’Appello, nella sentenza di ottobre, si è pronunciata ancora una volta a favore del trio Rivière, Cywie e Première Music Group.
Barbelivien nega qualsiasi plagio
Autore prolifico con circa 2.500 canzoni al suo attivo, Didier Barbelivien beneficia indirettamente di questa vittoria perché continua ad avere diritto a “Une fille de France” come co-paroliere.
“Suggerisco a chiunque sia disposto ad ascoltare entrambe le opere di formarsi una propria opinione. Se ascolti entrambi, cadrai dall’armadio”, ha detto all’AFP, negando qualsiasi plagio e ammettendo solo che, “forse nel ritornello, suona un po’ simile”.
Sequestrata la Corte di Cassazione
Contattato dall’AFP, Me Gilles-William Goldnadel, avvocato di Gilbert Montagné, ha precisato lunedì di aver deferito la questione alla Corte di Cassazione e che una “perizia” è “in corso” anche in Italia. Il caso quindi non è chiuso.
Inoltre, il cantante di “Sunlights of the Tropics”, 72 anni, potrà continuare a percepire i diritti d’autore per “On va s’aimer”, semplicemente in qualità di interprete di questo brano tramandato ai posteri.