Pascal Bruckner assolto dall’accusa di diffamazione avanzata da Rokhaya Diallo

Pascal Bruckner assolto dall’accusa di diffamazione avanzata da Rokhaya Diallo
Pascal Bruckner assolto dall’accusa di diffamazione avanzata da Rokhaya Diallo
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Lo scrittore è stato perseguito dall’attivista “antirazzista” per aver criticato la sua responsabilità intellettuale nell’aggressione Charlie Hebdo nel 2015.

Continuazione e fine del caso Bruckner-Diallo. Il filosofo è stato assolto martedì dalla 17a sezione del tribunale penale di Parigi – dedicata agli affari di stampa – che ha stabilito che non aveva diffamato l’attivista “antirazzista” e decolonialista durante una trasmissione sul set di 28 minuti da Arte, ottobre. 21, 2020.

Durante il processo del 21 maggio, la libertà di espressione è stata analizzata da ogni angolazione nel corso di otto ore di dibattito. Nella 17a sezione, la corte è tornata sul contesto, ma anche sugli esatti commenti fatti nella battaglia mediatica tra i due protagonisti, durante una discussione sul tema «L’uomo bianco è necessariamente colpevole?»

Quel giorno, Pascal Bruckner capovolse improvvisamente il dibattito, ammonendo Rokhaya Diallo: “Penso, signora, che al contrario il suo status di donna musulmana e nera la renda privilegiata. Questo ti permette di dire un certo numero di cose (…) in particolare, penso a quello che hai detto tu Charlie Hebdo e che portò, insieme ad altri, alla morte dei dodici e più di Charlie…”aveva diagnosticato.

Il filosofo, già perseguito dal movimento degli Indivisibili (di cui Diallo è cofondatore) nel 2015, ha poi fatto riferimento al forum “per la difesa della libertà di espressione e contro il sostegno a Charlie”, cofirmato tra gli altri da Rokhaya Diallo nel 2011, poco dopo l’incendio nella sede del settimanale satirico provocato da una molotov. “Lei, insieme ad altri, ha incitato all’odio (…) contro Charlie Hebdo” et “armato il braccio degli assassini”Ha aggiunto.

Rokhaya Diallo, arrabbiato, si è poi lanciato in un nervoso contrattacco: “Quello che ho detto ha portato alla morte di qualcuno?”. “È scandaloso quello che dici.”. O : “Nessuno dei miei messaggi ha portato alla morte di nessuno e non ti permetterò di accusarmi di nulla.”

“Il solito discorso da vittima”

All’udienza del mese scorso, il difensore del filosofo ha chiarito la vicenda, escludendo subito un punto: durante questo dibattito, Pascal Bruckner non aveva accusato Rokhaya Diallo di aver “armato” i fratelli Kouachi nel senso letterale del termine. Queste parole rientravano in un dibattito intellettuale e, come tale, la Corte non poteva, a suo avviso, vedervi che l’espressione della libertà di pensiero, all’interno di una discussione in cui ciascuna delle parti, esprimendosi in piena consapevolezza, aveva il diritto diritto di parlare. “Ciò che lo spettatore è pienamente in grado di comprendere”ha detto durante la sua supplica.

Da parte sua, il consiglio dell’attivista “antirazzista” Me William Bourdon aveva silurato il “controprocesso” della difesa, ferocemente la strategia di Me Richard Malka “che ritiene giusto considerare eretiche tutte le voci che segnarono la loro distanza allora, e poi, con la linea del giornale”.

Il suo cliente assolto, Me Malka, accoglie oggi con favore la decisione della corte che, secondo lui, ha potuto apprezzare “il solito discorso della vittima” di Rokhaya Diallo. “La signora Diallo ha rifiutato a un intellettuale il diritto di mettere in discussione il suo discorso molto ostile a Charlie Hebdo prima dell’attentato del 2015 e le conseguenze di questo discorso”sottolinea al Figaro.

Dal canto suo, precisa il consiglio del leader degli Indivisibili “che una procedura di appello, ovviamente, è necessaria, poiché la Corte riconosce in Pascal Bruckner come legittimo un grado di virulenza di estrema evidenza, senza l’ombra di una base fattuale”.


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