L’“ultimo viaggio teatrale” di Aurélie Dalmat

L’“ultimo viaggio teatrale” di Aurélie Dalmat
L’“ultimo viaggio teatrale” di Aurélie Dalmat
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40 anni di forzadi grazia e sfrontatezza, il grande Aurelie DalmaTorna sul palco per quello che lei definisce il suo “ultimo viaggio teatrale”, soprattutto a causa di problemi di salute.

Questa sera, alle Atrio Tropicipresenta il testo di “una colazione”, scritto e diretto da François Raffenaud.

Un testo immaginato espressamente per questa attrice circa dieci anni fa.

“Una colazione” racconta la storia d’amore tra una donna di colore e il figlio di un béké, un’unione coniugale che darà origine a un figlio che poi perderanno.

Uno sguardo fiducioso sulla scena teatrale

Dopo quattro decenni di carriera ricca e impegnativa, Aurélie Dalmat getta uno sguardo fiducioso sull’evoluzione della scena teatrale della Martinica.

Si evolve a modo suo, a volte meravigliosamente, perché ci sono nuove anime, nuove persone, nuovi attori. Il teatro in Martinica soffre degli stessi mali di cui soffre la stessa Martinica. Ci sono meno soldi per la creazione. Ma rimango fiducioso perché c’è una nuova generazione. Inoltre, all’Atrium dove mi trovo, c’è un nuovo corso di teatro con tutta un’equipe di ragazzi che praticano, che imparano qui il mestiere del teatro, con persone che vengono da fuori per insegnargli delle cose. Ma per fortuna c’è anche gente della Martinica che ha un minimo di bottiglie e che qui può partecipare a questi corsi di teatro. Ma c’è soprattutto una cosa da preservare e una cosa che mi preoccupa molto, ovvero che ci sono molti intellettuali, scrittori, persone che lavorano per restaurare la Martinica con tutte queste lettere di nobiltà. Preserviamo la nostra lingua vernacolare, il creolo, la nostra musica, i nostri ritmi, la nostra lingua. Ed è importante che questa nuova generazione abbracci questa professione teatrale e possa essere formata da noi stessi. I nostri autori, la nostra musica, le nostre danze.

ASCOLTARE Intervista di lungo formato con Aurélie Dalmat, durante le ultime riprese tecniche del pezzo con Erika Govindoorazoo

√ “A breakfast” verrà eseguito questa sera (venerdì 15 novembre) alle 19:30 al Tropiques Atrium


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Scopri di più su Aurélie Dalmat

Aurélie Dalmat, attrice e regista martinicana, è stata prima allieva di Philippe Adrien al Théâtre des Quartiers d’Ivry nel 1980, poi assistente permanente al Théâtre Populaire des Cévennes sotto la direzione di Guy Vassal. È stata anche assistente di Jacques Alric, Roger Cornillac e Jacques Zabor nelle loro creazioni ai festival di Albi e Aigues Mortes e di Carcassonne.

Dopo il debutto come attrice nel 1984 in “Le Drap de sable” di Zarina Rubinstein, ha interpretato il ruolo di Atika in “La Poudre d’intelligence” di Kateb Yacine, poi ha interpretato il doppio ruolo: La Strega e Madame Tiger, in “The Il figlio dei passaggi” di Ina Césaire.

Fu “Strage al mare” di Vincent Placoly dopo Goldoni a far guadagnare ad Aurélie Dalmat i primi elogi di pubblico e critica.

Si distinguerà poi in “Solibo the Magnificent” di Patrick Chamoiseau – “Britannicus” di Racine con la regia di Robert Angebeaud, “Bal d’éventails” di Michèle Césaire, “Le Blues de Stagerlee” di James Baldwin, “La Romance” di Xavier Orville diretto da Elie Pennont, “Otello” di Shakespeare, diretto da Serge Ouaknine…

Direttore

La regista Aurélie Dalmat ha prodotto “Escurial de Michel” di Ghelderode”, “Tribunal des mariés” di Cervantès, “Moche le chat” di Taos Amrouche, “De Mots dits en mals tus”, una creazione di musica e poesia nell’ambito di Tropiques presso il Centro Culturale Dipartimentale di Fort de / Atrium, “La spirale, un gentiluomo sull’altalena” di Maddy Gabay, “Le stagioni dell’uomo”, secondo Pierre Richy nel linguaggio dei segni, “Il genio della tempesta” basato su un racconto di Antoinette Gamess, drammatizzato e scritto da lei stessa per uno spettacolo per un pubblico giovane.

Nel 2004/2005 ha creato il primo e unico laboratorio di teatro in lingua dei segni in Martinica. Nel 2006, ha interpretato “Phèdre”, sotto la direzione di Philippe Adrien all’Atrium, poi a Parigi al Théâtre de la Tempête.

Nel 2008, ha messo in scena all’Atrium e poi al Casino de Paris, il musical “Soweto” dedicato a Nelson Mandela e scritto da Serge Bilé.

Nel 2010, torna all’Atrium con la messa in scena di “1902”, un’altra commedia musicale di Serge Bilé, sul dramma dell’eruzione della Montagna Pelée.

Nel 2009 e nel 2011 riprende lo spettacolo “De mots dits en mals tus”.

Quattro anni dopo, dirige “Antigone” di Georges Elieuther Mauvois, ecc…

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