“Quando sei famoso e vivi in ​​Francia…”: questo privilegio che Omar Sy ha trovato nella fama e nel suo esilio

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Il resto dopo l’annuncio

Omar Sy è innanzitutto il duo shock che ha formato con Fred Testot sul palco, poi nel servizio post-vendita per gli spettacoli su Canal + ma non solo. Nel corso del tempo, ha forgiato una carriera di attore che avrebbe fatto ingelosire molti. Se gli inizi sono stati timidi, Eric Toledano e Olivier Nakache gli hanno dato una possibilità in diverse occasioni. Ma dopo i Nostri giorni felici e così vicini, è con Intoccabili (in cui recitava al fianco di François Cluzet) che Omar Sy vide esplodere la sua carriera.

Da allora le opportunità sono state numerose e il talento di Omar Sy è stato esportato anche a livello internazionale. Si stabilì anche con la sua famiglia a Los Angeles. X-Men, Giorni di un futuro passato di Bryan Singer, Jurassic World di Colin Trevorrow, Inferno di Ron Howard, l’attore 46enne ha recentemente recitato nel film The Killer del regista hongkonghese John Woo. Un’ottima carriera che gli ha quindi portato una certa notorietà. In Francia in particolare dove il pubblico lo ha seguito fin dai suoi esordi. E proprio nel podcast Flashback de Brut, Omar Sy ha raccontato alla giornalista Canelle Sab cosa era cambiato per lui essere conosciuto.

Omar Sy liberato da una realtà triste e da momenti “complicati”.

Sebbene lo stile di vita ovviamente non sia più lo stesso, non è tuttavia quello che ricorda di questa esperienza. Come notato nei numerosi commenti suscitati dalla pubblicazione dei media su Instagram, Omar Sy ha evidenziato una “triste realtà” con cui molti altri si trovano ancora oggi ad affrontare, quella di aver acquisito tranquillità riguardo ai controlli di sicurezza: “Forse il diritto a non avere più i documenti con me quando cammino, quando esco per strada. Non sembra niente, ma quando sei famoso e vivi in ​​Francia, È sempre bello avere i tuoi documenti con te.”

Il marito di Hélène (da cui ha avuto 5 figli) continua: “Prima della notorietà, quando uscivo senza documenti, quando non potevo voltarmi per tornare a casa, avevo giornate difficili. Ciò significa che sei in ansia, dici a te stesso: “Se mi arrestano, sarà complicato”. Quindi non sei a tuo agio. Anche se la mia carta d’identità è valida, non mi serve più. Sappiamo che sono Omar Sy, c’è Google e poi ecco cosa. E questo è ancora un sollievo. […] Se non sto viaggiando, non so dove sia il mio passaporto mentre prima di saperlo era nella mia tasca, beh almeno la mia carta d’identità in tasca. Non so nemmeno se ho la carta d’identità oggi. In ogni caso se ce l’ho non so dove sia. È ancora un lusso.

Nei commenti, molti utenti di Internet hanno confermato i commenti di Omar Sy. Tra questi, il comico Elhadj: “Triste ma molto reale. Lo vivo. Prima la notorietà, controllo dopo controllo, non pochi contrattempi.” “È bello dirlo, è anche questa l’accusa razziale” indica un altro internauta. “Bisogna davvero sperimentarlo per capirlo”, aggiunge un terzo. Un discorso che ha avuto risonanza in più persone e che dimostra chiaramente che no, il denaro non può comprare tutto.

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