Il ritratto
Articolo riservato agli abbonati
Senza rinnegare la televisione che l’ha svelata, l’attrice, frizzante e divertente, mette il suo entusiasmo al servizio delle commedie sociali, svelando le cause che la mobilitano.
Dov’è andata? Questa Marion sovraeccitata, eccentrica, a volte eccessiva, al limite del clownesca? Questa trentenne mai timida di smorfie ed espressioni facciali che potrebbero ricordare Marie-Anne Chazel, nella sua giovinezza? Di questo personaggio che ha interpretato per dieci anni nella sitcom della famiglia M6 Scene domestiche (lontano cugino di Un ragazzo, una ragazza che fece scappare la sorella) solo questa esuberanza e questa calda familiarità sembrano restare in Audrey Lamy. Quelle che la portano a parlare in modo informale, a parlare con le mani, a ridere spesso, a spalancare gli occhi, che ha grandi e a mandorla. Naturalmente c’è sempre quella voce roca unica. Exit, le scenette da vaudeville al centro di coloratissime scenografie di cartone: negli ultimi anni la quarantenne si è rivolta alle commedie sociali, interpretando un’assistente sociale che lavora con le senzatetto in gli Invisibili o cuoco in una casa per giovani migranti (la Brigata). Non si deducano però da questo valori di sinistra: l’attrice terrà per sé il suo voto per evitare di esserlo “spaccare da una parte o dall’altra”. Preferisce anche non tornare su questo furto con scasso commesso nella sua casa, in gran parte, da sconosciuti