Quando Mélanie Laurent si cala nei panni di una vistosa rapinatrice

Quando Mélanie Laurent si cala nei panni di una vistosa rapinatrice
Quando Mélanie Laurent si cala nei panni di una vistosa rapinatrice
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Pil nostro dodicesimo film dietro la macchina da presa (Ladri, Il ballo dei folli, Tuffati, Respira), Mélanie Laurent racconta – con il suo co-sceneggiatore Christophe Deslandes – la storia vera e tumultuosa di un appariscente rapinatore: Bruno Sulak, nemico pubblico della polizia francese negli anni ’80 Meno conosciuto di Jacques Mesrine, ha fatto notizia per questi spettacolari rapine nei supermercati e nelle gioiellerie, senza odio né violenza.

Una sorta di Arsène Lupin ricercato attivamente dal commissario George Moréas, un personaggio anticonformista che passa il tempo a inseguirlo, senza molto successo, e finisce per mantenere con lui una sorta di complicità. Tra i tanti colpi spettacolari di questo paracadutista entrato nella Legione Straniera all’età di 20 anni: il furto con scasso nella gioielleria Cartier di Cannes, compiuto in tenuta da tennis, con borsa e racchetta, con la complicità di Novica Zivkovic, alias Radisa “Steve” Jovanic.

Un rapinatore lontano dagli standard

Liberamente ispirato al libro di Philippe JaenadaZona umida (2013), Mélanie Laurent non nasconde la sua empatia per questo gangster come nessun altro, di cui fa un eroe dal cuore grande, innamorato della sua compagna Tanie, e che sogna di trascorrere giorni felici con lei sotto il sole del Mediterraneo. Non avrà tempo.

È un ribelle dalla vita semplice, carismatico ed elegante, lontano dalla spaventosa figura del tradizionale rapinatore: alto, sportivo, occhi azzurri, un sorriso devastante. […] Per saperne di più

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