“Tutti sul set pensavano che fossi impazzito” Questo famoso attore di La Haine rivela perché aveva paura durante le riprese

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Notizie sulla cultura “Tutti sul set pensavano che fossi impazzito” Questo famoso attore di La Haine rivela perché aveva paura durante le riprese

Pubblicato il 24/05/2024 alle 08:20

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Tra i film più notevoli degli ultimi anni possiamo facilmente citare La Haine. Applaudito per il casting e il soggetto, è stato però girato in condizioni particolari. Uno dei suoi attori principali ha recentemente rivelato perché tutti lo temevano durante la produzione.

Quando l’attore interpreta un ruolo nella realtà

Se ti piace il cinema francese, sicuramente lo hai già visto Odio. Diretto da Mathieu Kassovitz e uscito nel 1995, questo film in bianco e nero è ambientato dopo una notte di rivolte e scontri tra i giovani della città e la polizia della periferia parigina. Il lungometraggio presentava quindi un trio di attori i cui nomi venivano usati per i personaggi da cui erano composti Vincenzo Cassel, Ha detto Taghmaoui E Hubert Koundé. Ispirato al caso Makomé M’Bowolé, lo scenario rimane molto attuale nel 2024 e ha reso questo film un vero classico del cinema francese. All’epoca, Vincenzo Cassel Aveva solo 29 anni e la sua carriera di attore era appena iniziata. In occasione del Festival di Cannes, l’attore ormai 57enne è tornato su queste riprese:

Se oggi ne parla con molta leggerezza e un po’ di autoironia, Vincent Cassel ha quindi scelto di fare un piccolo metodo di recitazione per calarsi nei panni del suo personaggio durante le riprese di La Haine. Per rendere più credibile la sua interpretazione, ha ottenuto a arma fittizia con il quale ha camminato per strada, riuscendo persino a convincere la troupe cinematografica che era davvero autentico. Abbastanza da far credere a tutti che Vincent Cassel fosse davvero impazzito, e soprattutto abbastanza da temerlo per tutta la durata delle riprese.


Recitazione metodica: una tecnica controversa

Ovviamente, il metodo di recitazione è lungi dall’essere una tecnica nuova tra gli attori. Se non hai familiarità con il termine, questo metodo prevede di lasciare che un attore si comporti come il suo personaggio, ma nella vita reale. L’obiettivo è diventare tutt’uno con la personalità di quest’ultimo affinché l’interpretazione sia quanto più autentica possibile. Sia in Francia che all’estero, è abbastanza comune vedere attori utilizzare questa controversa tecnica.

Perché se può essere relativamente innocuo quando si tratta di incarnare personaggi normali, diventa subito più problematico quando viene utilizzato per riprodurre una personalità che comporta disturbi psicologici. Certo, a volte ha dato risultati convincenti, come nel caso del Joker di Heath Ledger, ma molti attori ci tengono a ricordarci che questo tipo di impresa può essere facilmente raggiunta con un lavoro classico e sicuro. La recitazione di metodo, inoltre, è lungi dall’essere sinonimo di risultati sicuri (anche Jared Leto scelse questa tecnica per il suo Joker in Squadra suicida…).

Alla fine, come ha detto molto bene lo stesso Vincent Cassel, questo metodo è spesso utilizzato da giovani attori che vogliono fare di tutto per dimostrare di avere il loro posto nel mondo molto competitivo del cinema. Anche alcuni attori si sono mangiati le dita dopo avervi fatto ricorso, come Austin Butler che ha mantenuto il suo accento modellato su quello di Elvis per diversi mesi dopo l’uscita del film omonimo (uscito nel 2022).

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