È il Santo Graal di ogni fashionista: secondo Condé Nast, che ha trasmesso l’evento in diretta sul sito della rivista Vogue e tramite social network, l’edizione 2024 del Met Gala avrebbe totalizzato 74 milioni di visualizzazioni. Per partecipare all’evento, ogni ospite ha il privilegio – oltre al raro onore di essere doppiato da Anna Wintour – di donare 75.000 dollari a beneficio del Costume Institute del museo. La stravaganza sartoriale è essenziale: tutti sanno che la discrezione non è la chiave per un quarto d’ora di celebrità.
Il giorno dopo il gala, che si è tenuto al Metropolitan Museum of Art di New York lo scorso 6 maggio, il nome dell’influencer Haley Kalil (alias @haleyybaylee) era sulla bocca di tutti. In un video postato su TikTok (ora non disponibile), l’americana ha svelato con orgoglio il suo outfit per la serata, fingendo di dichiarare: “Che mangino la torta!” Riconosciamo la voce dell’attrice Kirsten Dunst in Marie-Antoinette (2006) di Sofia Coppola.
Il giorno prima, alle centinaia di curiosi accorsi per vedere i pochi fortunati rimasti intrappolati nel loro treno, si erano uniti numerosi manifestanti filo-palestinesi, respinti dalla polizia. Come #blockout2024, divenuto uno slogan per criticare la mancanza di presa di posizione di personaggi influenti sulla situazione in Ucraina o a Gaza, l’invettiva di Haley Kalil si è subito imposta come simbolo dell’indifferenza degli ultraprivilegiati che lottano per spendere cifre folli a beneficio di una causa ritenuta superficiale, pur restando indifferenti al disagio esposto davanti ai loro occhi.
Ghigliottina digitale
La goffaggine e la mancanza di giudizio di Haley Kalil non sono state perdonate. Visto da decine di milioni di persone, il video ha firmato la condanna a morte digitale per l’influencer americana. Un’ascia brutale che la rivista Forbes ha soprannominato la “ghigliottina digitale”,…
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