Intorno all’attrice Monica Vitti il ​​mistero resta

Intorno all’attrice Monica Vitti il ​​mistero resta
Intorno all’attrice Monica Vitti il ​​mistero resta
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CRONACA – Nel suo Memorie appena pubblicato in francese, la regina del cinema italiano parla con parsimonia dei suoi ricordi. Emerge implicitamente un’anima fragile.

Era un ossimoro in carne ed ossa. Questo tornado biondo incarnava l’incomunicabilità moderna. Monica Vitti è indissolubilmente legata ad Antonioni. Sullo schermo trascinava il suo spleen in bianco e nero, nelle isole siciliane, nelle strade di Milano o nei paesaggi di fabbrica (a colori). Nella vita era una burlone. I suoi genitori l’hanno soprannominata “Piccola Dizzy”. « Ho sognato che non potevo crescere. » La famiglia trascina la ragazza da Messina a Napoli, poi a Roma. Era miope e voleva fare l’attrice, cosa che faceva arrabbiare sua madre, che ripeteva costantemente: « La polvere del palcoscenico corrode l’anima e il corpo. »

Con i piedi dentro, sale sulle assi, offre la sua voce per raddoppiare L’Urlo nel 1956. Il suo Memorie sono un oggetto strano. « Mi vergogno di raccontare la storia della mia vita. » Fornisce solo frammenti, pratica digressioni, privilegia capitoli brevi, immagina un dialogo…

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