Adorava la torta di patate di sua nonna Louise. Il suo piatto preferito, lui che di piatti ne aveva assaggiati tanti durante le sue famose scappatelle gourmet. Il viaggio di Jean-Luc Petitrenaud si è concluso a Parigi questo venerdì 10 gennaio.
Tre settimane dopo Maïté, il critico culinario ben noto al pubblico, autore di rubriche su L’Express e Paris Match dove invitava le star a “A Table”, morì all’età di 74 anni. Era “circondato dai suoi cari”, hanno detto all’AFP i suoi figli Louise e Antonin Petitrenaud.
L’Auvergnat, nato a Clermont-Ferrand nel 1950, ha scoperto i sapori di sua nonna Louise, quello del paté di patate. Prima di passare dall’altra parte dei fornelli, l’allievo, più propenso a imitare gli insegnanti che a seguire assiduamente le lezioni, consegue il CAP di calderaio, poi il diploma di educatore specializzato.
Ma la ricetta giusta sarà in scena dopo un periodo in una scuola di teatro e alla scuola di circo di Annie Fratellini. Il clown diventato clown recita in commedie, si cimenta come conduttore su Radio Puy-de-Dôme (futura France Bleu Pays d’Auvergne), si lancia in rubriche gastronomiche…
In televisione, l’arguto presentatore ha realizzato numerosi programmi tra cui “Grands gourmands” su France 3 nel 1997, “Carte poste gourmande” nel 2000 su France 5. Poi “Les escapades de Petitrenaud” che lo ha portato dal 2006 a incontrare ogni domenica “chef e artigiani del gusto dei nostri terroir”.
“Lavoro dodici mesi all’anno da vent’anni, correndo, scoprendo, cucendo storie e viaggiando per la Francia. Voglio rilassarmi fisicamente”, ci ha detto il gastronomo nel 2017 in camicie rosse a quadretti e giacche chic a righe, sempre in cravatta e con i suoi piccoli occhiali rotondi, prima di affidare il comando delle sue passeggiate gourmet a Carinne Teyssandier. “Mi sono reso conto negli ultimi numeri che ero stanco. Non vorrei però che gli spettatori sentissero che mi sto arrendendo”, ha aggiunto quello che poi ha immaginato una pausa temporanea, “un sospiro”. Las.
Già autore di numerosi libri, Jean-Luc Petitrenaud si è poi dedicato alla stesura di “Le quattro stagioni di Émile e Marcelle”, un romanzo in omaggio ai suoi genitori defunti. Nel suo precedente lavoro “Bienvenue chez moi” (2016), memorie basate sui suoi ricordi culinari e sulle case che hanno segnato la sua vita, raccontava con poesia: “Domenica sera finimmo il riso grasso che aveva condito l’arrosto di manzo a ora di pranzo. Ah! Questo riso croccante, abbagliato dal burro, che canta in bocca! Tre volte niente e il paradiso apre le sue porte. Tre volte niente ma tanti sapori portati con sé.