La liberazione degli animali
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Alla fine di novembre, la città dell'Alta Marna ha ospitato il più grande festival europeo di fotografia naturalistica, un'arte difficile che il progresso della macchina fotografica ha democratizzato e che va dalla documentazione naturalista alla pura rappresentazione estetica.
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Né la prima neve né il freddo del Grand-Est scoraggiano gli amanti della natura e degli animali in questa giornata blu di novembre. Bisogna però affrontare strade scivolose e paesaggi ricoperti da un sottile strato di zucchero a velo per raggiungere Montier-en-Der, una cittadina di 2.000 abitanti dell'Alta Marna, che ogni anno ospita il più grande festival fotografico naturalistico d'Europa. “La Cannes della fotografia naturalistica”, lodare i fedeli! Cappelli, scarpe larghe, tute mimetiche e macchine fotografiche al collo, i naturofili affollano i tendoni, la chiesa abbaziale e le scuderie, destreggiandosi tra bancarelle fumanti di frittelle, salumi, miele e tartufi. In programma: convegni, tavole rotonde, mostre. Creato nel 1996, il festival Montier-en-Der testimonia la popolarità della fotografia naturalistica, un genere fotografico leggermente diverso, oggi in pieno rinnovamento.
L'entusiasmo per l'immagine degli animali si estende a tutti gli ambiti. Lo misuriamo nell'arte contemporanea, ad esempio, con il successo delle sottili fotografie dell'ex biologo Jochen Lempert o nel mondo dell'editoria con la collezione “Birds” di Xavier Barral. Paolo Roversi e Sebastião Salgado firmano gli ultimi lavori con i gufi
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