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la baia dei mille esperimenti

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Esperimenti: tra collage e colorizzazione

È del resto questa forza evocativa che accomuna gli autori di questa ottava edizione. Privilegiando la ricerca artistica, l’osmosi tra medium e la sperimentazione estetica rispetto alla semplice illustrazione della realtà, ognuno svela opere uniche che esaltano il fascino del borgo. Come una fuga sensibile tra pareti bianche e il sole autunnale. Specializzata in collage, Anna Muller (Atelier de la Galerie Fort) rende omaggio ai dada e ai surrealisti sovrapponendo immagini analogiche per comporre creature chimeriche fatte di pezzi di architettura e organico. Nel cuore delle sue opere, come un’eco nello spazio, emerge la presenza di Dalí, in un paio di baffi o in un insolito assemblaggio. Appassionata delle stesse tecniche, Lia Rochas-Páris (Galerie Anne G.) è interessata ai materiali, che ritiene portino con sé le vestigia di un’epoca. Combinando trame, forme figurative e sfumature sottili, crea composizioni tanto astratte quanto accattivanti.

Colorando a mano le sue immagini, l’artista libanese Rima Samman (Teatro Art I Joia) evidenzia il sentimento di nostalgia causato dalla distanza che la separa dalla sua famiglia. Come un filtro che ravviva le emozioni, veste i suoi ricordi con toni pop e ringiovanisce gli archivi con tratti di matita. Un approccio simile a quello di Éloise Labarbe-Lafon. Il vincitore del concorso 2024 chiamata aperta InCadaqués presenta, tra le rovine di Coral de la Gala, Motel 42. Una serie di autoritratti realizzati su pellicola in bianco e nero. Colorando le scene con colori ad olio, il fotografo svela atmosfere e suscita sensazioni. Tra i toni pastello, l’evocazione di a viaggio su strada emerge senza tempo, tra il bianco delle lenzuola, lo schermo dei televisori e le guance rosee di una giovane donna persa in misteriosa contemplazione.

Il villaggio sublime

Nelle affascinanti vie acciottolate del paese, vi accoglie la Galleria Uttería Il moribondo che non voleva morireserie vincitrice del Premio Fotografia Feminina InCadaqués x Fisheye. Sulle pareti bianche dello spazio, le stampe a contrasto raccontano la toccante storia che la fotografa dedica a suo padre, contagiato dall’HIV durante una trasfusione di sangue. Ancora più in alto, nel cuore dei vicoli, le composizioni di Chieko Chiraishi adornano le pareti della Galleria Santa Rita. In camera oscura l’autore giapponese crea immagini scure dai contrasti sfumati. Nel grigio universo che erige, si possono intuire i dettagli – i contorni di una pianta, la sensazione vellutata di un cappotto, la silhouette colossale di una balena – per meglio liberarsi da una realtà riduttiva e partorire, nel rumore di il mondo, a una forma di contemplazione.

Infine, tra le onde e la schiuma, sulla spiaggia di Port d’Alguer e nell’Atelier di Natàlia Tomàs, le foto di Christopher Barraja prolungano un’estate che sembra, anche qui, non voler andare via. Sotto il suo bel sole, il fotografo cattura corpi e orizzonti, segue il corso di una goccia d’acqua su una schiena e il languore delle palpebre che si chiudono, in un torpore imperioso. Sulle pareti, i toni dell’arancione riecheggiano una luce familiare, quella della baia del Mediterraneo. Un’immersione in due fasi che non potrai fare a meno di assaporare.

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