Il negazionismo, questa messa in discussione del genocidio degli ebrei da parte dei nazisti, è un sistema di pensiero, un’ideologia che cerca di riabilitare il nazismo negando i crimini della Shoah. Questo episodio esplora le radici del negazionismo, le sue figure chiave e il suo stretto legame con la cospirazione.
Pubblicato il 24/01/2025 17:27
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Il termine “negazionismo” è stato coniato dallo storico francese Henry Rousso nel 1987. Serve a distinguere questa ideologia da un approccio scientifico o critico, contrariamente a quanto sostengono i negazionisti che si presentano come “revisionisti”. Il negazionismo non è opera di storici disinteressati; Fa parte di una volontà ideologica di riabilitare il nazismo e negare i crimini della Shoah. Come spiega Rudy Reichstadt, direttore del sito Conspiracy Watch, “Negare la Shoah non è semplicemente negare un evento del passato. È anche per dire che i sopravvissuti, coloro che sono sopravvissuti allo sterminio e che lo testimoniano, sono bugiardi e che approfittano di questa menzogna”. Il negazionismo è quindi intrinsecamente legato all’antisemitismo, perché lo contiene ancora “L’idea di una grande truffa organizzata dagli ebrei”.
Vincent Reynouard è considerato uno dei negazionisti francesi più influenti oggi. Assume pubblicamente le sue convinzioni nazionalsocialiste e si appoggia alle tesi di Robert Faurisson, un’altra figura di spicco del negazionismo francese. Anche altre personalità come Dieudonné, Alain Soral e Hervé Ryssen sono legate ad affermazioni negazioniste e antisemite. Questi attori utilizzano spesso tecniche di disinformazione per manipolare i fatti. Secondo Tristan Mendès France, docente specializzato in culture digitali, i meccanismi profondi del negazionismo riecheggiano quelli del complotto “Con due aspetti abbastanza flagranti: innanzitutto i famosi millefoglie argomentativi, dove cercheremo di affogare l’interlocutore con miriadi di riferimenti sia storici, tecnici, sulla fisica stessa dei materiali, con immagini false o decontestualizzate, e poi abbiamo un secondo aspetto che si chiama ‘cherry picking’ che equivale a trattenere solo gli elementi che vanno nella tua direzione e ad allontanare chi mette in dubbio quello che sei ‘vai avanti’.
Il negazionismo è essenzialmente una forma di cospirazione. Implica l’esistenza di un complotto per nascondere la verità sullo sterminio degli ebrei e per far credere ad un inganno orchestrato per scopi politici e finanziari. I negazionisti spesso si presentano come vittime, nascondendosi dietro la libertà di espressione per diffondere le proprie tesi. Come sottolinea Tristan Mendès France, “Il negazionismo implica due cose: in primo luogo che esiste una vasta cospirazione per nascondere il fatto che non ci sarebbe stato lo sterminio [du peuple juif] e poi che questa menzogna è un complotto motivato dalla lusinga di un guadagno da qualche parte, che una comunità si sarebbe inventata questa storia per percepire una compensazione finanziaria o un territorio”.
Il negazionismo non è un fenomeno isolato, ed esistono attori su scala internazionale, soprattutto in Medio Oriente. Il negazionismo viene utilizzato anche per ragioni geopolitiche. In Francia, anche se le idee negazioniste sono residue nell’opinione generale, sono più diffuse tra i giovani. La diffusione di queste idee sui social network, soprattutto con hashtag come #Holohoax, è fonte di preoccupazione. Il negazionismo si nutre di cultura digitale, troll di estrema destra e riferimenti online, colpendo soprattutto le giovani generazioni. È strettamente legato al complotto e all’antisemitismo e utilizza la disinformazione e la manipolazione per diffondere le sue tesi. È essenziale rimanere vigili su queste idee e continuare a promuovere la verità storica e il rispetto per la memoria delle vittime.
“Il negazionismo e la complosfera” è l’81esimo episodio del complotto con Rudy Reichstadt, direttore di Conspiracy Watch, e Tristan Mendès France, docente e membro del Conspiracy Observatory, specialista in culture digitali. Un podcast da trovare sul sito Franceinfo, sull’applicazione Radio France e su numerose altre piattaforme come Apple Podcasts, Podcast Addict, Spotify o Deezer.