Cosa pensano le guardie dei musei riguardo ai dipinti o alle sculture con cui trascorrono ore? “Le sentinelle” tentano di rispondere a questa domanda dando loro voce, come Rosalie al Louvre affascinata da due opere italiane.
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Era un pezzo di un volto incompiuto che affascinava Rosalie. Una parte di qualcosa che potrebbe sembrare un'assenza eppure, per lei, questo frammento racconta tanto di cosa è quanto di cosa potrebbe essere: “Lo trovo fantastico perché abbiamo sia la maestria che l'estro dell'artista che dice assolutamente tutto quello che voleva dire e allo stesso tempo ci confrontiamo con la materialità, con il gesto.” La luce notturna stupisce anche della filosofia di Michelangelo, che vedeva nella sua arte un gesto di umiltà: “Michelangelo credeva di rivelare solo l'opera che era già all'interno del blocco di pietra. Trovo molto bello dire che l'opera esiste e che l'artista è solo un rivelatore, un passante..”
“Manca allo stesso tempo ed è anche la possibilità della creazione”
“È qualcosa che è andato perduto lungo il cammino, che è stato distrutto o danneggiato” riflette la luce notturna. Medita sulle nozioni di finito e incompiuto perché nell'arte nulla è mai fisso. Rosalie non ha torto, dare libero sfogo alla sua immaginazione offre all'opera la possibilità di reinventarsi continuamente.
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