Titouan Lamazou, headliner del museo d’arte contemporanea Sables-d’Olonne

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Par

Marion Travers

Pubblicato il

25 ottobre 2024 alle 8:48

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Un evento di dimensioni anime Les Sables-d’Olonne per diversi giorni: il 10e edizione del Vendée Globe.

“Una corsa che ha fatto la storia ed è diventata un evento mondiale”, come sottolinea Jean-François Dejean, vicesindaco con delega alla Cultura.

Il Comune ha voluto celebrare questo anniversario dando a questa particolare edizione “una dimensione culturale”.

Una grande mostra temporanea all’interno del museo d’arte moderna e contemporanea era il modo migliore.

Ovviamente, Titouan Lamazou ha vinto perché è sia il primo vincitore del Vendée Globe che un artista rinomato e di alta qualità.

Jean-François Dejean

La natura ha la precedenza sull’uomo

Fino al 2 marzo il Museo dell’Abbazia di Sainte-Croix (Masc) accoglie quindi la mostra di Titouan Lamazou che presenta, in due sale, i suoi lavori più recenti.

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Dopo i suoi “diari di viaggio” o le sue opere che rendono omaggio alle “donne del mondo”, il pittore, attraverso quasi 150 opereun vero e proprio ddichiarazione d’amore alla natura.

Lì sono passato a qualcosa di completamente diverso da quello che dipingevo prima. Questi sono paesaggi. La natura prende il sopravvento, l’uomo è scomparso.

Titouan Lamazou

I suoi paesaggi ricordano i dipinti di Gauguin, Doyle, Matisse… Ispirazioni che presume essendo un grande ammiratore di questi artisti.

Un’abbondanza di biodiversità

Ciò che affascina Titouan Lamazouè l’abbondanza di biodiversità terrestre e marina. La sua pittura porta anche un messaggio: quello di la preservazione di questo “paradiso terrestre”.

Di più un paradiso fragile. “Presento l’aspetto meraviglioso della biodiversità piuttosto che presentare le cose in modo catastrofico. »

Titouan Lamazou lavora in collaborazione con gli scienziatiin particolare Camille Mazé, direttrice della ricerca presso il CNRS (Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica).

Un approccio scientifico alla pittura che nasce nel 2016, in seguito ad una rivelazione avuta durante un incontro con un ricercatore: “Mi ha fatto capire che viviamo in un habitat molto fragile, piccolo e meraviglioso. La superficie del pianeta Terra è una minuscola pellicola, che potrebbe essere paragonata alla vernice di una palla da biliardo. »

Questa è quella che alcuni scienziati chiamano “la zona critica”.

Disegna sott’acqua!

L’artista realizza i suoi schizzi sott’acqua, nella laguna, prima di dipingere in studio! ©Gwen Le Bras

È nel suo paradiso, la Polinesia dove vive buona parte dell’anno, che Titouan Lamazou trae la sua ispirazione: paesaggi, tradizioni, leggende, il mare e il cielo. L’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande coesistono in un’esplosione di colori che rappresentano in qualche modo una “esplosione di biodiversità”.

Osserverà da vicino questa biodiversità. E questo è un eufemismo da alloraarriva al punto di realizzare i suoi schizzi sott’acqua prima di dipingere in studio.

Osserva così gli abitanti della laguna, i coralli in particolare, stazionandosi a cinque metri di profondità con le sue bombole di ossigeno e il suo cavalletto!

Per due ore, molto stabile grazie al piombo, sto davanti a queste ambientazioni, in ginocchio, e disegno.

Titouan Lamazou

Per questo utilizza fogli plastificati che resistono all’umidità e pastelli a olio.

“Uno scultore frustrato”

Questa mostra a Sables-d’Olonne è anche un’occasione per scoprire la prima scultura di Titouan Lamazou. Infatti, uno dei maestosi dipinti appesi al piano superiore del Masc presenta un bassorilievo scolpito in legno di tiglio.

L’artista ammette con un sorriso: “Sono uno scultore frustrato! Amo la scultura, il rapporto con la materia, questa sensazione… Ma la scultura è difficile da trasportare mentre sono sempre in movimento…”

Questa mostra, accompagnata daun’opera molto bella dal titolo “Sotto le stelle”è un inno al nostro pianeta Terra e alle sue meraviglie. Un viaggio poetico in uno dei luoghi più belli del mondo. Da non perdere in nessun caso!

Questa mostra molto colorata è un inno al nostro pianeta Terra ricordandoci la sua fragilità. ©Journal des Sables

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