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PC desktop compatti a palate!

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Benvenuti su The Drive, una nuova rubrica settimanale che esamina argomenti vari, interessanti ed essenziali nel campo della tecnologia! Evidenzierò anche tutto ciò che vale la pena menzionare dalle recensioni pubblicate questa settimana.

La competizione tra giocatori PC e console è sempre stata oggetto di dibattito. Anche se non risale alla notte dei tempi, questi due campi si scambiano meme dagli anni ’90. Oggi è affascinante osservare l’evoluzione delle console, dei giochi per PC e dei servizi che armonizzano questi mondi. I PC desktop e le console hanno molte più somiglianze di quanto potrebbero sembrare, soprattutto in un’epoca in cui le console portatili assomigliano ai tablet informatici. Inoltre, anche le prime console come Xbox e PlayStation integravano funzionalità comuni ai PC, e le due comunità hanno molto da imparare l’una dall’altra.


Nascita della console per videogiochi

Per comprendere meglio il rapporto tra console e PC, è essenziale guardare indietro alla nascita delle console. Tutto iniziò nel 1972 con il Magnavox Odyssey. Per l’epoca si trattò di un progresso tecnologico, ma oggi sarebbe considerato un progetto scolastico, a testimonianza della rapidità degli sviluppi degli ultimi cinquant’anni. Siamo passati dai semplici punti e linee sullo schermo alla grafica 3D realistica, ai gesti tattili e persino alla realtà virtuale.

Le prime console potevano eseguire solo giochi preinstallati. Tuttavia, progressi come Fairchild Channel F e Atari 2600 hanno introdotto cartucce intercambiabili. Il Game Boy ha poi reso popolare il formato portatile, consentendo a milioni di persone di giocare a una moltitudine di giochi. Fu anche durante la quarta generazione di console, tra cui Sega Genesis e Super Nintendo, che decollò il periodo a 16 bit, con controller migliorati, audio stereo e persino supporto per CD-ROM. I progressi tecnologici hanno poi consentito console sempre più potenti, ma alla fine Sega ha lasciato il posto a Sony, Nintendo e Microsoft.


Fusione con PC

Con l’arrivo degli anni 2000 e il lancio dell’Xbox originale e della PlayStation 2, lo sviluppo di software tra console e PC è diventato più semplice. Ciò ha consentito agli sviluppatori di fornire giochi sia su PC che su console con meno sforzo rispetto a prima. Sebbene le console siano dotate di componenti specifici scelti dai produttori, le loro architetture interne sono in gran parte simili ai PC. Ad esempio, la Xbox originale utilizzava un processore Intel Pentium III e una scheda grafica Nvidia GeForce.

Sebbene ciò abbia comportato alcune limitazioni di progettazione, ha anche aperto la strada a sistemi embedded di tipo SoC. A differenza dei PC, dove i componenti possono essere facilmente sostituiti per gli aggiornamenti, le console sono sempre stati sistemi chiusi, che impongono vincoli sulla riparabilità e sulla personalizzazione. Sono però dotati di sistemi operativi e aggiornamenti, consentendo un’esperienza quasi simile a quella di un classico PC, seppure limitata.


Il futuro dei videogiochi

Crediti immagine: Nintendo

Attualmente, console e PC continuano a convergere. Sono ora disponibili dispositivi portatili che eseguono Windows e Linux. Il recente Nintendo Switch 2 illustra questa tendenza, così come le nuove versioni delle console Xbox e PlayStation che includono abbonamenti digitali. I giochi, d’altro canto, col tempo diventano sempre più costosi. Microsoft, inoltre, promuove i giochi per PC anche attraverso il suo servizio Xbox Game Pass. Pertanto, come per i film e le serie in streaming, i videogiochi sembrano muoversi verso una forma di abbonamento mensile.

Anche i giochi retrò stanno vivendo una rinascita. I mini-PC si rivelano molto utili per rilanciare i giochi classici e software come Batocera permettono di rivitalizzare vecchie esperienze di gioco. È innegabile che la fusione tra console e PC attraverso l’emulazione solleva interrogativi. Questo sviluppo è benefico o piuttosto dannoso? Dipende soprattutto dalla prospettiva che abbiamo sulle console.

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