Le “bistecche”, le “salsicce” o i “filetti” di verdure sono da evitare! Mercoledì il Gran Consiglio vallesano ha deciso di accogliere una mozione che vieta la pubblicità che utilizza termini legati a prodotti di origine animale per denominare alimenti senza carne. Sostenuto dai deputati del campo borghese, il testo ha ricevuto 60 sì contro 48 no. Il Consiglio di Stato dispone quindi ora di un termine di diciotto mesi per adeguare la legislazione cantonale.
Pur avendo tra le sue fila uno dei promotori, il gruppo PLR è l’unico ad essersi espresso contro il testo durante i dibattiti, attraverso la voce di Damien Revaz. “Accettando questo divieto, apriremo la porta a molti altri”, ha sostenuto l’eletto, difensore della “libertà economica e del rispetto del pluralismo e della diversità di opinioni”. E ha chiesto al pubblico: “Pensate davvero che qualcuno che compra una bistecca di soia sia così stupido da pensare che sta comprando un pezzo di carne?”
“Le parole giuste per gli usi giusti!” ha ribattuto il promotore dell’UDC Grégory Logean. Per lui e i suoi colleghi la questione della pubblicità degli alimenti vegetali è “profonda ed essenziale”, perché riguarda il rispetto del settore animale e dei produttori. Attualmente, però, “questo settore è svalutato dall’uso inadeguato di termini ad esso chiaramente collegati”. Un’opinione condivisa, quindi, dalla maggioranza dei deputati, nonostante la solida opposizione del PLR e della maggior parte degli eletti di sinistra.
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