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il governo francese si rifiuta di bloccare le tecniche di elusione dell’imposta sui dividendi, rivelate nel 2018 da “Le Monde”

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AGATHE DAHYOT

Tra 1,5 e 3 miliardi di euro di entrate fiscali aggiuntive ogni anno grazie all'adozione di un sistema di contrasto alla frode fiscale sofisticata? Il governo di Michel Barnier lo considererebbe sicuramente un vantaggio per trovare nuove entrate in un bilancio difficile da approvare. Eppure… Venerdì 29 novembre, durante l'esame al Senato della legge finanziaria per l'anno 2025, il governo ha tentato di silurare un emendamento pensato appositamente per porre fine ad una pratica fraudolenta che permetteva agli azionisti stranieri di società francesi di eludere la imposta sui dividendi, la “CumCum”.

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Questo gioco di prestigio consiste nel trasferire temporaneamente la proprietà delle azioni del mercato azionario ad operatori finanziari esenti da imposte (banche francesi, fondi pensione canadesi, ecc.) prima del pagamento dei dividendi, con l'obiettivo di eludere la ritenuta alla fonte loro applicabile. Fa perdere alla Francia miliardi di euro ogni anno, come rivela il sondaggio europeo “CumEx Files”, pubblicato nel 2018 da Il mondo e diciotto media europei.

A lungo ignorato dalle autorità, il tema ha acquisito slancio negli ultimi anni, al punto che l'amministrazione fiscale ha lanciato una serie di adeguamenti nei confronti delle grandi banche coinvolte in tali accordi: Société Générale, BNP Paribas, Natixis, HSBC , Agricultural Credit, ecc. . Da parte sua, la Procura finanziaria nazionale ha aperto alla fine del 2021 un'indagine penale per riciclaggio di frode fiscale aggravata.

Lunga battaglia

I dibattiti sulla legge finanziaria in Assemblea sono stati l'occasione per legiferare su quello che le banche chiamano modestamente “arbitraggio dei dividendi”. IL “Bisogno di giustizia fiscale”menzionato dal primo ministro Michel Barnier al suo arrivo a Matignon in settembre, è reclamato da una parte dell'opinione pubblica. E gli emendamenti su “CumCum” non costerebbero un centesimo ai contribuenti francesi, poiché l’imposta è dovuta dagli investitori stranieri.

Tutto sembrava convergere per l'adozione di un sistema che ponesse fine a questa pratica abusiva, sei anni dopo la sua scoperta. Ci sono stati numerosi emendamenti in questa direzione, provenienti da tutti gli schieramenti politici. Ma durante i dibattiti in seduta, il ministro responsabile del Bilancio e dei conti pubblici si è rifiutato di sostenerli. Laurent Saint-Martin ritiene che questi emendamenti mal formulati sarebbero positivi “non operativo[s] » di fronte al “CumCum”, che non definisce una frode, come la sua amministrazione, ma come«ottimizzazione eccessiva».

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