Il gruppo di alcolici Rémy Cointreau, colpito dal rallentamento delle vendite negli Stati Uniti e in Cina, ha annunciato giovedì un utile in calo del 18,6% nella prima metà del suo sconcertante anno finanziario.
Il suo utile netto nel periodo aprile-settembre è ammontato a 92 milioni di euro (86 milioni di franchi), per un fatturato di 533 milioni di euro, in calo del 16,2% a causa della riduzione dei prezzi e soprattutto dei volumi.
“In un contesto economico e geopolitico complesso, Rémy Cointreau ha saputo preservare il proprio margine nel primo semestre grazie ad una gestione rigorosa dei costi e ad un’organizzazione ormai più agile”, ha spiegato in un comunicato Eric Vallat, direttore generale del gruppo, che prevede un piano di riduzione costi da 50 milioni di euro.
Rémy Cointreau ha annunciato a fine ottobre il ribasso delle sue previsioni annuali. Più precisamente, prevede per l’esercizio scaglionato 2024-25 un calo organico del fatturato compreso tra il -15% e il -18% e un margine operativo attuale compreso tra il 21% e il 22%, su base organica – ha chiarito giovedì.
Il portafoglio dell’azienda dipende fortemente dal successo del cognac (quasi due terzi del suo fatturato) e dalla domanda cinese di questa bevanda di fascia alta.
Tuttavia questo mercato si sta contraendo e la volontà di Pechino di imporre dazi doganali aggiuntivi sugli alcolici del vino, a causa di un conflitto commerciale con l’Unione Europea, oscura l’orizzonte.
‘Il gruppo ha preso atto della decisione provvisoria del Mofcom (ministero del Commercio cinese, ndr) di applicare dazi doganali aggiuntivi del 38,1% sulle importazioni di cognac in Cina, a partire dall’11 ottobre 2024. Se questi diritti provvisori fossero confermati, l’impatto sarebbe marginale per l’esercizio 2024-25 e il gruppo attiverebbe il proprio piano d’azione per mitigare gli effetti derivanti 2025-26″, si legge giovedì.
/ATS
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