Ignazio Cassis è venuto a presentare la posizione del Consiglio Federale.Chiave di volta
Una definizione più rigorosa di neutralità? Ciò non è necessario, ha affermato il Consiglio federale, riferendosi ad “un utilizzo flessibile che ha dato prova di sé”.
27.11.2024, 14:0027.11.2024, 17:30
La neutralità svizzera non dovrebbe essere definita in modo più rigoroso. Il Consiglio federale respinge l’iniziativa sulla neutralità, senza proporre un controprogetto. Mercoledì ha inviato al Parlamento il suo messaggio in tal senso.
L’iniziativa “Salvaguardare la neutralità svizzera” prevede che la Svizzera non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa. La collaborazione con tali organizzazioni deve essere limitata nel caso in cui la Confederazione venga attaccata.
A proposito di questa iniziativa:
Il testo lanciato da Pro Suisse e dai membri dell’UDC chiede inoltre che la Svizzera non partecipi a guerre all’estero e non adotti sanzioni economiche o diplomatiche contro uno Stato belligerante, fatti salvi i suoi obblighi nei confronti dell’ONU. Berna deve finalmente avvalersi della sua neutralità nel quadro dei buoni uffici.
Un uso flessibile della neutralità ha dimostrato la sua validità, ritiene il governo in un comunicato stampa. Abbandonare questo approccio limiterebbe il margine di manovra del Consiglio federale per reagire alle sfide di politica estera.
Parte integrante dell’“identità svizzera”
Il Consiglio federale è convinto dell’importanza della neutralità per la Svizzera. In quanto parte dell’identità svizzera, è uno strumento importante della politica estera, di sicurezza e di politica economica del Paese, ha dichiarato ai media a Berna il ministro degli esteri Ignazio Cassis.
Su molti punti l’iniziativa non apporta alcun cambiamento, ha osservato il consigliere federale, citando il divieto di aderire ad alleanze militari o di difesa, o l’incoraggiamento dei buoni uffici. Ma su altri il testo si traduce in un “chiaro cambio di rotta”. La neutralità diventerebbe un concetto rigido, sancito dalla Costituzione federale, che non consentirebbe alcuna discrezionalità. Non sarebbe più uno strumento ma diventerebbe esso stesso un obiettivo.
Il ministro non ha ritenuto necessario proporre un controprogetto. Secondo lui la neutralità svizzera è ancora riconosciuta a livello internazionale, anche nel contesto della guerra in Ucraina e delle discussioni sulla riesportazione delle armi.
Primo confronto con un’iniziativa per Cassis
Probabilmente i cittadini voteranno il testo, a meno che la commissione non ritiri la sua iniziativa dopo il dibattito in Parlamento. Questa sarà la prima volta che Ignazio Cassis si troverà ad affrontare un voto popolare. Si è detto “sereno” e non vede l’ora di condurre questo dibattito con la popolazione.
Se l’iniziativa venisse accettata, Berna non potrebbe più riprendere le sanzioni contro gli Stati belligeranti emanate al di fuori dell’ambito dell’ONU. Tuttavia, secondo il governo, le sanzioni rappresentano oggi una leva importante per reagire alle violazioni del diritto internazionale. Queste misure mirano a mantenere un ordine internazionale pacifico ed equo.
Inoltre, la possibilità di partecipare a progetti di cooperazione nel campo della politica di sicurezza e di difesa sarebbe fortemente limitata. Ciò indebolirebbe la capacità di difesa della Svizzera.
Cos’è questa iniziativa?
I promotori criticano la ripresa delle sanzioni dell’UE contro la Russia, definendolo un “sacrificio sconsiderato di credibile neutralità”. Denunciano la mancanza di direzione e il caos in questo settore. Si oppongono anche al “fallace” riavvicinamento alla NATO.
Azione per una Svizzera indipendente e neutrale (Asin), antenato di Pro Suisse, aveva già lanciato nel 2011 un’iniziativa sulla neutralità. Il testo voleva in particolare limitare le missioni dell’esercito all’estero per aiutare in caso di catastrofe. Tuttavia, l’organizzazione non è riuscita a raccogliere un numero sufficiente di firme.
(sda/ats)
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