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Wall Street varia poco prima di un importante indicatore di inflazione – 27/11/2024 alle 15:47.

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I trader lavorano sul pavimento della Borsa di New York

Mercoledì la Borsa di New York ha aperto senza grandi cambiamenti, con gli investitori che hanno digerito i dati sul PIL degli Stati Uniti in attesa dell’indice dei prezzi PCE, una misura favorita dalla Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti per monitorare l’inflazione.

Nelle prime contrattazioni, l’indice Dow Jones ha guadagnato 44,37 punti, ovvero lo 0,10%, a 44.904,68 punti. Il più ampio Standard & Poor’s 500 è sceso di 7,93 punti, o dello 0,13%, a 6.013,70 punti.

Il Nasdaq Composite ha perso 51,30 punti, ovvero lo 0,27%, a 19.124,27 punti.

La seconda stima del PIL statunitense per il terzo trimestre ha mostrato mercoledì una crescita del 2,8% annualizzato, segno di un’economia ancora forte, mentre le richieste di disoccupazione nel paese sono scese la scorsa settimana, a 213.000.

“I dati non erano necessariamente così lontani dalle aspettative. Non li considero una vera spinta in un senso o nell’altro (sulla traiettoria del taglio dei tassi della Fed)”, ha affermato Keith Buchanan, gestore del portafoglio di Globalt Investments.

I rendimenti dei titoli obbligazionari statunitensi a breve termine hanno continuato a scendere dopo queste due statistiche, allentando una certa pressione sulle azioni.

Il mercato attende ora la pubblicazione alle 15:00 GMT dell’indice dei prezzi PCE per il mese di ottobre. Gli economisti intervistati da Reuters prevedono una stagnazione allo 0,2% mensile ma un aumento al 2,3% su base annua dopo il 2,1% di settembre. L’obiettivo della Fed è riportare l’inflazione al 2%.

“Anche se il mercato ha in gran parte voltato pagina sull’inflazione statunitense, un dato negativo rafforzerebbe i dubbi sulla necessità che la Fed tagli i tassi a dicembre”, scrivono in una nota gli analisti di ING.

I verbali della riunione di novembre della Fed, pubblicati martedì, hanno mostrato che i politici sono apparsi divisi sulla portata dei futuri tagli dei tassi di riferimento.

Secondo il barometro FedWatch del CME Group, i trader attualmente si aspettano una probabilità del 68% di un calo di 25 punti base (bp) dei costi di finanziamento a dicembre rispetto al 63% precedente. Si prevedono inoltre tagli dei tassi per un totale di circa 75 pb entro la fine del 2025, rispetto ai circa 250 pb di settembre, secondo i dati compilati da LSEG.

Le loro preoccupazioni riguardano in particolare il programma del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che vuole ridurre le tasse e aumentare i dazi doganali, cosa che potrebbe riaccendere l’inflazione, innescare una guerra commerciale e pesare sulla crescita globale.

Gli economisti di Deutsche Bank stimano che queste nuove tariffe potrebbero aumentare l’inflazione PCE core negli Stati Uniti dal 2,6% al 3,7% nel 2025, se pienamente attuate. Prima della vittoria di Donald Trump, l’inflazione prevista per il prossimo anno sarebbe stata del 2,3%.

In termini di valori, Dell perde il 12,93% dopo aver annunciato martedì sera una previsione di fatturato per il quarto trimestre inferiore alle aspettative di Wall Street.

HP Inc crolla del 7,21% dopo aver pubblicato martedì sera un profitto inferiore alle aspettative di Wall Street per il suo primo trimestre fiscale.

Sulla scia di queste due pubblicazioni, Nvidia (-2,34%), Microsoft (-0,41%) e Apple (-0,14%) sono in rosso.

(Scritto da Claude Chendjou, con il contributo di Johann M Cherian a Bangalore)

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