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“Questi sono i nostri primi raccolti”, quando i coltivatori di cereali diventano viticoltori

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Ex coltivatori di cereali a Vexin, stanno ora facendo i loro primi raccolti. Una scommessa un po’ folle quella guidata da un padre e suo figlio. E se l’Île-de-France diventa una terra di vigneti, il riscaldamento globale lo obbliga.

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A Magny-en-Vexin sono appena state raccolte le prime uve. Una trentina di volontari, amici e vicini di casa, sono venuti a dare una mano a Nicolas e Ulysse Philippon. Oggi padre e figlio sono abbastanza felici: “Abbiamo buona uva, in buona quantità. E’ la prima volta, è il nostro primo raccolto.”

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Nicolas e Ulysse Philippon, nuovi viticoltori a Magny-en-Vexin.

©F3PIDF

Inizialmente, il loro universo era più grano, barbabietola, colza o girasoli. Ma tre anni fa gli agricoltori hanno voluto diversificare piantando 5 ettari di vigneto. “Ci rendiamo conto che oggi abbiamo le temperature di Bordeaux di 10 o 15 anni fa, e quindi ci stiamo evolvendo a seconda del clima“, dice Nicolas Philippon.

Abbiamo imparato a coltivare la vite. Da quattro anni ci formiamo presso la Camera dell’Agricoltura per apprendere questa nuova professione.“, spiega Ulysse Philippon, direttore operativo dell’azienda vinicola.

Una volta raccolte, le uve vengono pigiate e poi poste in tini. “Ora impareremo come fare il vino. Siamo seguiti da un enologo di Parigi”, assicurano i nuovi viticoltori.

Le loro prime bottiglie saranno in vendita nell’aprile 2025.

Nell’Île-de-France, 60 viticoltori condividono un centinaio di ettari, il che porta la produzione di vino a 1.200 ettolitri all’anno.

Conoscevamo i vitigni di Suresnes nell’Hauts-de-Seine, o quelli di Montmartre a Parigi. Oggi è negli Yvelines che si produce la maggior parte del vino della nostra regione.

Per quanto riguarda i vitigni troviamo lo chardonnay, il pinot nero e anche il sauvignon.

Si tratta di una produzione embrionale e ancora riservata. I professionisti prevedono di triplicare la superficie vitata. Patrice Bersac, presidente del sindacato dei viticoltori dell’Île-de-France, stima che nel 2030 la superficie vitata potrebbe raggiungere dai 200 ai 300 ettari.

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