I francesi lo sono “sconvolto” et “Sentirsi vulnerabili in una Francia percepita come impotente” affrontare questo “nuova era, quella della policrisi”, prende atto della terza edizione del Barometro dei territori 2025, realizzata da Elabe, dall’Institut Montaigne e dalla SNCF e pubblicata da “ici” e franceinfo questo martedì 14 gennaio.
La prima paura è “Insicurezza socioeconomica e paura di retrocedere” : “Il 54% dei francesi teme di dover cambiare stile di vita a causa del calo del proprio potere d’acquisto (cibo, alloggio, tempo libero, vacanze, ecc.)”. La crisi economica ormai colpisce tutti. “La pressione di fine mese è diventata un’esperienza comune a tutte le categorie della popolazione” : il 57% dei dipendenti e degli operai teme di avere difficoltà ad arrivare a fine mese, il 50% delle professioni intermedie e il 44% dei dirigenti. Di fronte all’inflazione, il 76% dei francesi ha ridotto le spese non essenziali “maggiori sacrifici” per i più modesti: il 47% ha dovuto ridurre le attività extrascolastiche o il tutoraggio dei propri figli, il 30% ha dovuto chiedere aiuto economico ai propri cari, il 23% ha dovuto ricorrere agli aiuti alimentari.
Seconda paura, “l’insicurezza fisica in un clima di accresciuta tensione tra gli individui”. “Il 46% dei francesi (tutte le classi sociali e le opinioni politiche messe insieme, ma più in particolare le donne e i giovani) si sentono esposti al rischio di aggressione fisica”, dice il rapporto. La metà delle donne afferma di essere già stata vittima di molestie. Questa sensazione di insicurezza “attraversa l’intero spettro politico”poiché riguarda il 43% degli elettori PFN, il 41% degli elettori di Insieme, il 47% degli elettori LR, il 54% degli elettori RN e il 43% degli astenuti. È alimentata da un clima di tensione, di inciviltà (due francesi su tre affermano di esserne stati vittime) e di difficoltà a “vivere insieme” : quasi sei francesi su dieci hanno la sensazione di vivere “fianco a fianco”, anche il “uno contro l’altro” (per il 36%), più della metà (55%) teme di non essere soccorsa in caso di attacco.
Terza insicurezza, quella legata al clima “con le sue conseguenze sulle condizioni di vita e sull’attività economica”. Quando si parla di catastrofe climatica, “i francesi sono passati in pochi anni dal virtuale al reale, dal lontano al vicino, dalle immagini di drammi della fine del mondo a scene di desolazione non lontano da casa”spiega il rapporto. “Un francese su due teme di subire condizioni di vita sempre più dure a causa dei cambiamenti climatici (ondate di caldo, inondazioni, ecc.); 4 su 10 temono di subire danni legati a disastri naturali alla propria abitazione e/o alle infrastrutture circostanti l’abitazione (strade, linee elettriche, ecc.)”. Gli abitanti della PACA e dell’Occitania sono quelli che si sentono più preoccupati.
Infine, è presente anche il rischio per la salute “43% dei francesi” Chi “paura di ammalarsi a causa dell’inquinamento”mentre i problemi di salute mentale rappresentano una paura per il 41% di loro. Questo è dimostrato dalle difficoltà finanziarie (41%) e dall’accesso agli operatori sanitari (46%). “Il 54% dei francesi teme di non poter farsi curare in caso di problema”.
Se la Francia conserva lo status di paese più bello del mondo per l’80% dei francesi, questo attaccamento “rimane massiccio” (80%), il 61% dei cittadini crede ancora che sia la Francia “è in declino”, “ha perso il suo potere economico (52%)”Quale “il suo sistema educativo non funziona più” (69%). Un declino che i politici eletti non possono risolvere, secondo chi li elegge, perché “meno della metà dei francesi ritiene che il Presidente della Repubblica abbia i mezzi per cambiare la vita delle persone (45%); e lo stesso a livello locale per il sindaco (48%)”.
I francesi, tuttavia, restano attaccati al nostro modello sociale: il 92% desidera mantenere il nostro sistema di solidarietà per far fronte al rischio di dipendenza, il 92% ai rischi sanitari, il 91% alla sfida pensionistica, l’88% al rischio di perdita del lavoro. Il modello di solidarietà francese è generalmente “votato da tutti gli schieramenti politici”.
Per cambiare le cose, “Il 77% dei francesi ha già implementato cambiamenti comportamentali” di fronte al cambiamento climatico. “L’85% preferisce riparare la propria attrezzatura prima di buttarla via”, “Il 75% mangia meno carne”. Ma molti denunciano la disuguaglianza dei mezzi per adattarsi al cambiamento climatico: “Il 77% dei più poveri è ostacolato dalla mancanza di mezzi finanziari rispetto al 51% dei più ricchi”.
Finalmente entrano anche i francesi “ricerca di tranquillità”rilassante “sia su una garanzia di stabilità e speranza di ‘vivere bene’, sia su nuovi equilibri”. Il rapporto rileva “un riequilibrio dell’essenziale”. “Nel 2008, il 62% dei dipendenti ha dichiarato di preferire guadagnare di più a scapito del tempo libero”. Da ora in poi, “la tendenza si è invertita”osservare il barometro, perché “Il 68% oggi preferisce guadagnare meno per avere più tempo libero (indipendentemente dal livello di reddito).” Per quanto riguarda la stabilità, essa si traduce ancora nella necessità di avere un contratto a tempo indeterminato per l’85% dei francesi (anziché a tempo determinato o in missione), per l’87% dei francesi nell’affidabilità di pochi molto vicini amici su cui contare. Infine, serenità significa “vita tranquilla, prendendoti il tuo tempo”per il 79% degli intervistati.
Metodologia: il Barometro Territoriale “La Francia sconvolta in cerca di tranquillità” è stato realizzato online dal 9 ottobre al 5 novembre, su un campione di 10.031 persone, suddiviso in 12 campioni regionali di 800 individui (1.200 nell’Ile-de-France). Francia), rappresentativo della popolazione residente di ciascuna regione amministrativa metropolitana di 18 anni e più.