Secondo le previsioni di BPCE L’Observatoire, nel 2025 si potrebbero registrare la cifra record di 68.000 fallimenti aziendali, conseguenza di una situazione economica difficile e di un effetto di recupero post-Covid. Particolarmente esposte sono le PMI e le IET, così come alcuni settori chiave come quello immobiliare e dell’edilizia.
Previsioni allarmanti per i fallimenti aziendali
L’anno 2025 si preannuncia particolarmente duro per le aziende francesi. Secondo uno studio della BPCE L’Observatoire, gli economisti prevedono un livello record di 68.000 fallimenti aziendali, un aumento notevole rispetto agli anni precedenti. Questa prognosi cupa è il risultato di una crescita economica lenta e di un crollo degli investimenti, sia da parte delle famiglie che delle imprese.
Questa situazione è aggravata dall’instabilità politica, come sottolinea Alain Tourdjman, direttore degli studi e delle previsioni della BPCE: “ Più della metà delle PMI-VSE ritiene che l’incertezza politica abbia un forte impatto sulla loro attività economica. » Di conseguenza, il prossimo anno potrebbero essere a rischio fino a 240.000 posti di lavoro.
Gli economisti evidenziano anche un effetto contagio: i fallimenti delle PMI e delle ETI negli ultimi due anni stanno iniziando a colpire i loro subappaltatori più piccoli. Inoltre, le aziende che hanno contratto un prestito garantito dallo Stato (PGE) rimangono vulnerabili: il 7,5% di loro è ancora considerato “a rischio”, secondo uno studio dell’Economic Analysis Council.
I settori e le regioni più colpiti
Immobiliare ed edilizia sono tra i settori più colpiti, con 17.538 insolvenze registrate nel 2024, in aumento del 36% rispetto al livello pre-Covid. Le agenzie immobiliari, in particolare, hanno visto esplodere i propri fallimenti (+225% rispetto al 2019). Fortemente colpiti anche lo sviluppo immobiliare e le opere di ingegneria civile, diretta conseguenza del calo delle transazioni immobiliari.
Altri settori stanno registrando livelli di fallimento che non si vedevano da più di un decennio. Non vengono risparmiati i trasporti stradali di merci, le attività agricole, l’informatica, i software, ma anche i taxi e i VTC. Inoltre, le PMI del settore ricettivo e della ristorazione continuano ad attraversare un periodo delicato.
Alcune regioni sono particolarmente esposte. Aquitania, Île-de-France, Rodano-Alpi e Midi-Pirenei hanno registrato aumenti spettacolari delle insolvenze, fino al +43% in Aquitania. Julien Laugier, economista della BPCE, precisa che le grandi città di queste regioni sono al centro di queste difficoltà.
I risultati del 2024 illustrano una situazione già critica, con 66.422 imprese che hanno cessato l’attività (+28% rispetto al 2019). Se questo aumento è in parte attribuibile a un recupero post-Covid, i fallimenti delle PMI e delle ETI, più vecchie e spesso sinonimo di solidità, preoccupano particolarmente gli esperti. Julien Laugier sottolinea che “ l’anzianità, normalmente prova di solidità, non era sufficiente a tutelare queste aziende ».
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