L’ISM statunitense pesa sul trend, i Gilts britannici in caduta libera – 07/01/2025 alle 19:25

L’ISM statunitense pesa sul trend, i Gilts britannici in caduta libera – 07/01/2025 alle 19:25
L’ISM statunitense pesa sul trend, i Gilts britannici in caduta libera – 07/01/2025 alle 19:25
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(CercleFinance.com) – Dopo un inizio di giornata tranquillo, questa sera il mercato obbligazionario si scalda, con i T-Bond in rialzo di +8 punti verso il 4,700% (+6,5 punti questa sera al 4,681%).

Dopo aver superato il 4,300% il 18 dicembre, la resistenza del 4,65% (che risale a fine aprile 2024) sembra cedere.

I rendimenti sono saliti alle stelle non appena alle 16 è stato pubblicato l’indice ISM statunitense dei servizi: il contagio si è diffuso rapidamente ai mercati europei.

Questa sera, gli investitori in titoli del Tesoro USA non sembrano più aspettarsi il minimo taglio dei tassi da parte della FED prima del prossimo luglio (poco prima della pausa estiva e della riunione di Jackson Hole).

Tutto è quindi cambiato con l’ISM: la crescita dell’attività nel settore dei ‘servizi’ negli Stati Uniti ha accelerato più del previsto, da 52,1 a 54,1- di dicembre, mostra l’indagine. mensilmente dall’Institute for Supply Management.

Il sottoindice di misurazione dell’attività nel settore terziario è salito a 58,2 da 53,7 di novembre, mentre quello dei nuovi contratti è migliorato a 54,2 da 53,7 del mese precedente.

Quello dell’occupazione è sceso a 51,4 contro 51,5 di novembre, i prezzi pagati hanno accelerato a 64,4 dopo 58,2.

Altro dato statunitense, ma di scarso impatto (pubblicato alle 14.30): il deficit commerciale americano è aumentato del +6,2%, a 78,2 miliardi di dollari a novembre (rispetto ai 73,6 miliardi del mese precedente, un punteggio vicino alla stima iniziale di 73,8 miliardi), secondo il Dipartimento del Commercio.

Questo peggioramento deriva da un aumento del 3,4% delle importazioni americane di beni e servizi, a 351,6 miliardi di dollari, superando quindi un aumento del 2,7% delle esportazioni, a 273,4 miliardi di dollari.

In Europa, mentre gli scambi sono stati equilibrati (variazioni insignificanti), i mercati obbligazionari hanno perso dopo le 16 tutto il beneficio del dato “buono” sull’inflazione in Europa pubblicato in mattinata: i nostri OAT hanno cancellato i guadagni di lunedì con +3,7 punti al 3,3000%, I Bund segnano +2,5Pt) al 2,474%, i BTP italiani tendono del +5Pt al 3,627%.

Le “cifre del giorno” non sono in discussione: l’inflazione nella zona euro si è rivelata come previsto: al 2,4% a dicembre 2024, rispetto al 2,2% di novembre secondo una rapida stima pubblicata da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. Unione.

Considerando le principali componenti dell’inflazione dell’Eurozona, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a dicembre (4,0%, rispetto al 3,9% di novembre), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,7%, stabili rispetto a novembre), industria i beni al netto dell’energia (0,5%, contro 0,6% di novembre) e l’energia (0,1%, contro -2,0% di novembre).

Inoltre, nel novembre 2024, il tasso di disoccupazione destagionalizzato nell’Eurozona era pari al 6,3%, stabile rispetto al tasso registrato nell’ottobre 2024 e in calo rispetto al tasso del 6,5% registrato nel novembre 2023.

Il tasso di disoccupazione dell’UE era al 5,9% nel novembre 2024, anch’esso stabile rispetto al tasso registrato nell’ottobre 2024 e in calo rispetto al tasso del 6,1% registrato nel novembre 2023.

Ma il ‘fatto del giorno’ è oltremanica, è il disfacimento dei ‘Gilts’ britannici che continuano ad sprofondare in crisi: niente va bene con un ’10 anni’ che segna +12,3Pts e che supera 4,7350 %, punteggio peggiore in 25 anni (in realtà dal 1998).

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