(San Francisco) Microsoft prevede di spendere 80 miliardi di dollari in un anno per costruire i data center necessari per l’implementazione di modelli e applicazioni di intelligenza artificiale generativa (AI), ha detto venerdì Brad Smith, presidente del colosso tecnologico. informatica.
Pubblicato ieri alle 17:05
“Più della metà di questo investimento totale [qui a commencé à l’été] verrà fatto negli Stati Uniti. Ciò riflette il nostro impegno nei confronti di questo Paese e la nostra fiducia nell’economia americana”, ha affermato il leader in un post sul blog.
I data center ospitano i server informatici che costituiscono la spina dorsale del cloud computing, o nuvolae quindi applicazioni mobile, servizi online e tutti i nuovi modelli e strumenti di AI generativa come ChatGPT.
Il testo di Brad Smith celebra i successi del Paese nell’intelligenza artificiale – “l’elettricità del nostro tempo” – e invita il presidente eletto Donald Trump a sostenere l’industria tecnologica, i cui rapporti con democratici e repubblicani sono tesi da anni.
Incoraggia il futuro governo a investire massicciamente nella ricerca, e soprattutto a non ostacolare le imprese con leggi, in un contesto di preoccupazione per i rischi legati alla potenza di questa nuova tecnologia.
“Gli Stati Uniti non possono permettersi di rallentare il settore privato con pesanti regolamentazioni”, assicura, in un contesto di intensa rivalità con la Cina.
Sotto Trump nel suo primo mandato, poi sotto Biden, Washington ha ampiamente limitato le esportazioni di semiconduttori all’avanguardia (in particolare per l’intelligenza artificiale), “giustamente”, secondo Brad Smith.
Ma al di là dei sussidi e della guerra commerciale, “la corsa [entre les deux pays] in termini di influenza internazionale vincerà sicuramente chi andrà più veloce”, è convinto.
Evidenzia i 35 miliardi di dollari che Microsoft prevede di investire in tre anni in 14 paesi.
Questioni ecologiche
Brad Smith si congratula anche con Donald Trump per le misure adottate durante il suo primo mandato. La maggior parte dei capi delle grandi aziende tecnologiche corteggiano da mesi il miliardario repubblicano.
D’altro canto non menziona quasi mai le questioni ecologiche legate ai data center.
L’esplosione dei requisiti di potenza di calcolo per l’intelligenza artificiale sta infatti compromettendo gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio da parte di Google, Amazon, Microsoft e dei loro concorrenti.
Nel 2023 le emissioni di Microsoft sono aumentate del 29% rispetto al 2020.
Il gruppo con sede a Redmond, Washington, ha generato oltre 72 miliardi di dollari di utile netto nel suo ultimo anno fiscale, terminato alla fine di giugno 2024, principalmente grazie al suo business nel cloud.