Il Consiglio di Stato di Ginevra è preoccupato per il modo in cui la Corte dei conti ha presentato il suo rapporto sulla ripartizione dei mandati rivelato lunedì. La presidente dell’esecutivo, Nathalie Fontanet, ha denunciato un rapporto parziale e dal vocabolario tendenzioso.
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16 dicembre 2024 – 15:04
(Keystone-ATS) “Questo rapporto, viziato da lacune e approssimazioni, con un approccio dubbio e un vocabolario tendenzioso, suscita sospetti inaccettabili”, ha indicato il presidente del Consiglio di Stato. Critica la Corte dei conti di voler “evidentemente peggiorare la situazione e la percezione che ne avrebbero i ginevrini”.
Il Consiglio di Stato riconosce che il sistema di acquisto può essere migliorato. Rileva inoltre che l’amministrazione ha già avviato un progetto volto a ridefinire i mercati interfunzionali dei dipartimenti e a coordinarli meglio. Un audit interno ha raccomandato di continuare questo progetto. Ecco perché quattro delle raccomandazioni della Corte dei conti vengono respinte: secondo Fontanet sono ridondanti.
“Pesante burocrazia”
Un’altra raccomandazione respinta consisteva, secondo il Consiglio di Stato, nell’istituire “controllori per controllare le persone responsabili del controllo”. L’esecutivo non vuole una burocrazia pesante che va contro i principi di autonomia e agilità dello Stato.
Il metodo applicato dalla Corte dei Conti è fortemente criticato dal Consiglio di Stato. I magistrati hanno scelto di basarsi su un campione non rappresentativo di 84 ordini e 26 fornitori, su un totale di 36.000 ordini annuali, pari allo 0,25% del totale degli acquisti dello Stato. Questi 84 ordini non sono stati estratti a caso, ma scelti deliberatamente in base al loro grado di rischio.
In queste condizioni, secondo la Fontanet, è impossibile tracciare delle generalità applicabili a tutti gli acquisti dello Stato. La Presidente del Consiglio di Stato ritiene che le conclusioni del rapporto suggeriscano che l’intera gestione sia problematica, ma non è così, assicura.
Un’eredità
Al di là della sostanza, l’opposizione dell’esecutivo riguarda anche la forma del rapporto che utilizza un vocabolario tendenzioso con termini come “corruzione” o “frode” anche se la Corte non ha constatato con precisione alcuna frode, né danno finanziario. “Se avessimo accettato la denuncia, avremmo accettato i sospetti e le accuse indirette”, ha affermato Thierry Apothéloz, vicepresidente del Consiglio di Stato.
Nel corso di questa conferenza stampa senza precedenti, Nathalie Fontanet ha chiarito che, secondo lei, il magistrato autore del rapporto “voleva lasciare un’eredità”. Gli avrebbe detto: “Sto sparando le mie ultime cartucce”. Questo rapporto è l’ultimo pubblicato dai magistrati il cui mandato scade alla fine dell’anno.