L’Europa sta tentando di salvare la propria industria automobilistica

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COLCANOPA

Gli europei brancolano tra gli obiettivi che si sono prefissati nel patto verde per raggiungere la neutralità del carbonio nel 2050 e il riorientamento delle loro priorità verso l’aumento della competitività della loro industria. I Ventisette cercano il traguardo che dovrebbe consentire loro di rimanere campioni nella lotta contro il riscaldamento globale, raggiungendo al contempo gli Stati Uniti o la Cina nei settori del futuro. In ogni caso, questo è il discorso ufficiale, che nasconde reali disparità tra chi vuole, di passaggio, ridurre le norme ambientali e chi, al contrario, vuole preservare i propri obiettivi.

Da questo punto di vista, il destino che l’Unione Europea (UE) riserverà a un’industria automobilistica, oggi in piena crisi, sarà emblematico. Nell’aprile 2023, dopo accesi dibattiti tra gli Stati membri e al Parlamento Europeo, è stato finalmente adottato il regolamento che vieta la vendita di nuovi veicoli con motore termico nel 2035. Da allora, i suoi detrattori – in Italia, in Germania o nelle file cristiano-democratiche del Partito popolare europeo (PPE), al Parlamento europeo – non hanno mai messo a tacere le loro critiche, come dimostra il piano che il PPE deve presentare al Mercoledì 11 dicembre, per alleggerire gli obblighi dei produttori.

Ma le elezioni europee del 9 giugno, che hanno visto progredire la destra e l’estrema destra, hanno dato loro nuovi argomenti. Soprattutto perché l’intero settore è in sofferenza, i piani sociali si moltiplicano e al di là dell’Atlantico il presidente eletto Donald Trump ha promesso di tassare eccessivamente le importazioni europee, a cominciare dalle auto tedesche, quando la Cina scaricherà la sua capacità in eccesso nel Vecchio Continente. In questo contesto, gli appelli a sostegno dell’industria automobilistica europea vanno ormai oltre la cerchia dei primi contestatori della legislazione che considerano troppo verde e provengono da quasi tutta l’Unione.

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“Aprire la strada” ad altre tecnologie

Il divieto di vendita delle auto a motore termico entro il 2035 è un «suicidio» economico e “regalo incredibile alla Cina”ha ripetuto giovedì 5 dicembre il vicepremier italiano Matteo Salvini. Lo stesso giorno Italia e Repubblica Ceca, con il sostegno di Austria, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia, hanno chiesto, in una nota congiunta, una strategia a lungo termine per l’industria automobilistica, con un piano pluriennale di investimenti e uno specifico regime di aiuti di Stato.

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